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Il rilancio di Stellantis: la svolta strategica sulle terre rare

Il rilancio di Stellantis: la svolta strategica sulle terre rare

Il colosso italo-francese Stellantis ha firmato un accordo con l’australiana Vulcan Energy Resources per una fornitura quinquennale di idrossido di litio, materiale essenziale per la realizzazione delle batterie per le proprie auto elettriche. L’accordo prevede che le forniture inizino a partire dal 2026 e rappresenta un passo in avanti nella strategia europea di transizione ecologica, orientata verso una mobilità sostenibile e a basso impatto ambientale.

Un risultato storico per l’automotive europeo

La transizione verde del settore automobilistico sembra essere più vicina ora che il gruppo italo-francese, ma di diritto olandese, in quanto con sede nei Paesi Bassi, ha siglato un accordo che assicurerà a Stellantis una fornitura quinquennale di idrossido di litio per la realizzazione delle batterie per le proprie automobili elettriche di ultima generazione. Si prevede che Vulcan Energy Resources possa fornire materiale grezzo da impiegare nell’industria europea delle batterie ricaricabili per un minimo di 81 mila e un massimo di 99 mila tonnellate. 

Questo accordo si inquadra nell’ambito delle misure volte alla transizione verso un modello di mobilità elettrica delle automobili che Stellantis si prepara a produrre per restare sul mercato. La strategia di sviluppo del gruppo automobilistico è stata illustrata lo scorso luglio nel corso dell’EV Day, prevedendo investimenti superiori ai 30 miliardi di euro entro il 2025. Questi saranno destinati soprattutto allo sviluppo di software ed alla ricerca in campo di efficientamento energetico delle autovetture. 

Entro il 2030 Stellantis ha posto l’obiettivo che siano a basse emissioni di anidride carbonica più del 70% dei propri veicoli immatricolati in Europa ed il 40% negli Stati Uniti, prevedendo che ciascun marchio del gruppo adotti nuovi modelli a trazione completamente elettrica.

Massimizzare la ricerca europea

Il processo Zero Carbon Lithium, brevettato e messo in campo da Vulcan Energy Resources in Germania, prevede l’estrazione di idrossido di litio dalle miniere tedesche attraverso il ricorso ad una cosiddetta “salamoia geotermica”, mistura di acqua e sali da cui si ricava l’elemento chimico, tramite il ricorso  ad energia del sottosuolo. La riduzione drastica delle emissioni di anidride carbonica è, dunque, data dal consumo di acqua molto contenuto e dall’utilizzo di una fonte alternativa di energia rispetto alle fonti fossili. A partire dal 2024, dalla città renana di Offenburg si potrà, quindi, estrarre litio senza generare danni ecologici significativi, attività che attualmente, invece, genera 1,05 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Il litio acquistato dallo stabilimento tedesco servirà a rifornire il gigante dell’automotive italo-francese, che nei suoi cinque centri di produzione europei e nordamericani si prepara a raggiungere e superare entro il 2030 i 260 gigawattora di capacità a batterie. La fornitura tedesca alimenterà i tre impianti europei di Stellantis, mentre in un accordo analogo si è deciso che la statunitense Controlled Thermal Resources rifornirà i due centri nordamericani.

Come hanno commentato Michelle Wen e Francis Wedin, rispettivamente Chief Purchasing and Supply Chain Officer di Stellantis e Managing Director di Vulcan Energy Resources, l’accordo tra le due aziende rappresenta un passo in avanti verso l’elettrificazione del trasporto e la riduzione delle emissioni di agenti inquinanti nell’atmosfera, restringendo le distanze nella filiera di produzione ed avvicinandola sempre più ai mercati di destinazione. 

In un mercato altamente competitivo come quello delle terre rare, l’Europa inizia a compiere dei passi in avanti significativi per rafforzare la propria autonomia e porsi come un esempio virtuoso di innovazione e lotta all’inquinamento.

Laureato magistrale in Studi Internazionali all’Università “L’Orientale” di Napoli con una tesi sull’idroegemonia nel bacino del Syr Darya. Attualmente iscritto al Master di I livello in Sviluppo sostenibile, Geopolitica delle risorse e Studi artici presso la SIOI. Ha studiato e lavorato in Germania grazie alla vittoria di due borse Erasmus, che lo hanno portato prima a studiare a Friburgo in Brisgovia e poi a svolgere un tirocinio presso la Camera di Commercio Italiana per la Germania. Appassionato di Asia centrale ed energia, collabora con alcuni think tank come analista geopolitico.

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