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“Non sono razzista ma…”: parla il generale Fantacci

“Non sono razzista ma…”: parla il generale Fantacci

(Un’intervista immaginaria al Generale Fantacci: questa intervista è stata immaginata solo per finalità di satira, artistiche e di dibattito culturale. Ogni personaggio e contesto menzionato nell’intervista sono solo immaginari e frutto della fantasia dell’autore; ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente causale).

Fantacci, è Lei?

“Si sono io”

Ah, ah, ah.. c’è cascato. Generale, come è nato il titolo del suo libro “L’Oroscopo al Contrario”?

“Non lo so, non me lo ricordo. So solo che ad un certo punto non sapevo cosa fare e ho chiesto a Chat BiriBì di suggerirmi un titolo che andasse bene con un insieme di castronerie e mi è uscito quel titolo lì, che mi sembrava, tra i tanti suggeriti dalla deficienza artificiale, il più vicino ai miei sentimenti quel giorno. Tutto è nato così, poi solo dopo molto tempo ho pensato che era possibile affiancare a quel titolo effettivamente delle frasi senza senso. Ma la vera domanda che mi avrebbe dovuto fare era sulla copertina; quella si che è stata un’idea pazzesca. Beh…. un giorno camminando mi sono imbattuto in dei “Testimoni del Genoa” che regalavano opuscoli sulla rinascita religiosa e sul nuovo rapporto con l’universo: con quella foto stampata sopra. Poi ho visto che quella immagine era disponibile anche su internet gratis ed ecco fatto! Ho ricollegato, mi è venuto in mente il titolo di Chat BiriBì ed ho avuto la folgorazione che la copertina ed il titolo erano, insieme, la base perfetta della mia rivoluzione culturale. D’altronde il Genoa sta facendo belle partite in Serie A quest’anno, giusto?”

Ma Lei, Generale, crede quindi nell’influsso delle stelle?

“Ovviamente sì, anche se poi, se ne faccia una ragione, la Vergine è obiettivamente non più credibile da tempo, soprattutto se ubriaca…. ed i Gemelli sempre nudi sono chiaramente il simbolo dell’omosessualità diffusa. Dobbiamo avere il coraggio di pensare nuovi segni zodiacali: ad esempio il Bianco, oppure anche l’Ariano, la Donna Sottomessa oppure anche il Fratello Italiano”.

Un noto Generale ex Navy Seals, in un celebre recente discorso motivazionale ha detto ai suoi giovani cadetti che, se volevano cambiare il mondo, avrebbero dovuto iniziare la mattina col rifarsi il letto. Lei Generale  cosa direbbe ai suoi soldati oggi per motivarli a cambiare il mondo?

Il mio messaggio di speranza per i giovani – molto più forte diciamocelo chiaramente – è incluso nel mio L’Oroscopo al Contrario, che è un Manifesto. Qui si chiarisce in maniera molto chiara che se c’è qualcuno che deve rifarci il letto la mattina questo è il diverso e non certo noi. Il modello americano e motivazionale  citato da questo signor Generale che lei cita….è superato e frutto di una oscurantistica visione della vita”. 

Generale, il suo libro di recente pubblicato “L’Oroscopo al Contrario” e che Lei ha appena citato come il suo Manifesto della sua rivoluzione culturale, ha suscitato invero molto dibattito e divisione in Italia. Cosa ne pensa?

“La ringrazio per la domanda; non sono d’accordo, il mio non era un libro. Un libro, per ritenersi tale, deve avere un minimo di connotazione artistica, culturale o di pensiero; deve contribuire all’evoluzione della scienza, della conoscenza  o della letteratura. Il mio è stata solo un’accozzaglia di frasi finalizzate a suscitare scalpore e una reazione da parte del pubblico, soprattutto quella parte meno attenta e che, normalmente, legge solo il titolo dei giornaletti o scorre fugacemente sui social immagini, gattini, filmettini o ricette. Ecco io mi immedesimo in questa fascia di persone e loro in me. Le stesse persone che poi una volta che lo hanno comprato non certo lo leggono, ma lo usano per tappezzare le pareti di casa: per quello lo ritengo un Manifesto; in quanto viene poi di solito attaccato con la colla alle pareti. Oggi, chiunque, anche lei d’altronde, può scrivere qualsiasi cosa soprattutto attraverso i sistemi di instant booking disponibili. Non c’è neanche bisogno di un correttore di bozze, abbiamo Chat BiriBì,  che poi è stato alla base di tutto il mio progetto e che mi ha in fin dei conti ispirato. Ed in effetti il grosso dello sforzo come spiegato è andato sulla scelta del titolo e della copertina non tanto sul testo che poi sapevo nessuno avrebbe mai letto veramente.  Anche perché, diciamocelo chiaramente, è anche noioso e non c’è una trama o un filo conduttore nel testo. Forse solo chi non aveva mai letto un libro poteva pensare che questo lo fosse e che andasse letto: poi passata la sbornia del titolo, veramente figo, e della copertina, chiunque si rende conto che non meritava la lettura. Comunque Manifesto sì, nel senso sopra descritto, ma il libro sarebbe stata ben altra cosa”.

Eppure qualcuno ha sostenuto che Lei ha avuto il coraggio di dire cose che in fin dei conti pensavano la maggior parte di noi.

Anche in questo caso non sono d’accordo. I miei concetti raffazzonati non rappresentano il pensiero della maggior parte degli Italiani. Come Lei sa, l’Italia è un paese democratico che ha i suoi fondamenti nell’accoglienza e nella non discriminazione, con una indubbia matrice Cattolica anche se siamo astrattamente aconfessionali. L’attuale compagine governativa stessa non sosterrà mai posizioni di estrema destra o meglio di destra-destra, al netto ovviamente di poche dichiarazioni demagogiche di basso cabotaggio. Anche la tripartizione attuale della compagine governativa vede i due poli di stampella al partito di comando (uno centrista-liberale ed uno in grossa crisi identitaria tra nord e sud) estremamente lontani dalla rivoluzione in corso del mio Manifesto. L’elettorato di nessuno di questi si identifica con me o vede in me alcun riferimento sensato. Il primo partito di destra, inoltre, è costretto quotidianamente a confrontarsi con la real politique e non sposerà mai posizioni di ultra destra-destra che possano far perdere elettorato di area cattolica o comunque moderata e costringerli a fare un passo indietro su ulteriori temi rispetto a quelli (già poco credibili) della campagna elettorale. Al massimo l’area politica che potrebbe maggiormente avvicinarsi alle mie posizioni è quella extraparlamentare con i capelli rasati che, tuttavia, non hanno alcun programma politico effettivo e quand’anche lo avessero difficilmente potrebbero avere una conferma elettorale nazionale sopra lo zero virgola”.

Molti intellettuali hanno però sostenuto la bontà delle sue idee.

“Mi dispiace per loro, hanno perso una buona occasione per tacere. Ma per curiosità erano intellettuali di sinistra?” 

Non lo so, forse non erano proprio intellettuali. Comunque si dice che per poter giudicare bisogna comunque prima leggere il suo libro, mi scusi intendevo la sua “accozzaglia di frasi”. Lei è d’accordo?

“Concordo su tutta la linea; e non vedo come si possa dissentire; tutto si basa proprio su questo: per ogni copia venduta io ho un guadagno. Quindi, non importa se tu sei d’accordo o meno …compra prima il libro. La prima a non averlo comprato d’altronde è stata proprio mia moglie che però ha dichiarato di essere d’accordo con me, in ciò chiaramente riconoscendo la superiorità intellettuale dell’uomo sulla donna che sostengo da sempre. Comunque, è grazie proprio alla posizione di intellettuali del possibilismo che si fonda il successo di Oroscopo al Contrario. A prescindere da quello che mi è successo a casa: devi prima leggere e poi giudicare. Se esprimi un giudizio prima di aver letto il mio libro e, quindi, prima di averlo comprato ovviamente sei comunista: e nessuno oggi, neanche a sinistra, si trova comodo ad essere identificato in questa classificazione che – appunto – a sua volta ti renderebbe un nuovo “diverso” e, quindi, un possibile obiettivo del pensiero unico di destra che invece come è naturale che sia è per definizione giusto ed oggettivo. Altro fattore che ha influito moltissimo sull’aumento delle mie vendite è stata proprio la campagna demagogica sull’asserito rischio democratico del pensiero unico (quello di sinistra). Detta diversamente, la destra oggi accusa la sinistra in sostanza di “pensiero unico”, anche se la prima ha massivamente occupato cultura, media etc. In tal maniera anche quando si sostengono castronerie – sotto lo scudo del complottistico pensiero unico di sinistra – si (ri)legittimano le prime e questo consente operazioni di natura commerciale fantastiche come la mia. Al netto di revisionismi storici che comunque fanno parte del programma generale”. 

Proprio il Ministro Salviettini ha detto pubblicamente che Lei deve essere giudicato per il suo operato come Generale e non per il suo pensiero e che avrebbe comunque letto il suo libro.

“Ringrazio il Ministro Salviettini per le sue esternazioni a supporto. In quel momento facevano comodo anche a lui e, comunque, dalle statistiche, lui ha contribuito all’aumentare delle mie vendite, rinvigorendo le teorie complottistiche del pensiero unico di sinistra che – come spiegato prima – mi aiutano tantissimo a vendere  più copie. Non so se alla fine il mio testo lo abbia effettivamente letto il Ministro; o si è poi dimenticato oppure si era reso conto della pochezza e ha preferito non tornare più sull’argomento. Ravviso comunque una grossa inesattezza nelle parole del Ministro sulla sua prima ed unica esternazione sul tema: ossia, Io per il mio operato come Generale rispondo gerarchicamente e funzionalmente ai miei superiori all’interno dell’Amministrazione della Difesa e basta. Nessuno può giudicarmi per il mio operato come Generale, se non al massimo il Ministro della Difesa: ci mancherebbe anche che tale giudizio possa essere rimesso all’opinione pubblica o peggio ad altro Ministro non competente e fuori dai contesti istituzionali  e legislativi previsti dal nostro ordinamento. Invece, paradossalmente, è proprio l’accozzaglia delle mie esternazioni, differentemente da quanto affermato dal Ministro Salviettini, ad espormi al giudizio politico di tutti: e si che questo non lo avevo considerato. Quindi se – come in effetti è successo – le mie esternazioni sono considerate razziste, classiste e superate non c’è da sorprendersi che il pensiero della maggior parte delle persone sensate, scusi di sinistra, evidenzi quanto sopra. Alla fine comunque anche questo indirettamente contribuisce a farmi vendere di più e quindi va bene. Basta poi non confondere pensiero, valori e cultura con un’iniziativa solo commerciale come la mia”.

I più acuti osservatori vedono però nel suo esperimento l’intenzione di entrare in politica e non solo una questione commerciale.  Può darci rassicurazioni in tal senso?

“No, state tranquilli, anche quando dico pubblicamente che sto valutando ogni opzione non penso veramente ad entrare in politica. Siccome il Ministro competente mi aveva fatto capire che rischiavo il posto, mi sto solo guardando intorno e penso che valuterò altri posti come guardia giurata o simili. Per questo motivo quando sono andato da lui a rapporto sono andato già in borghese e non in divisa. Ma neanche lui aveva capito perché: l’ho colto di sorpresa. La questione di entrare in politica, comunque, non è così semplice e quindi non dovete preoccuparvi. Per poter entrare in politica occorre avere delle idee, avere una visione e dei valori e non raccogliere semplicemente degli impulsi populisti. Il politico costruisce non distrugge. Ciò anche se di recente il populismo ha avuto grandi successi elettorali nazionali, anche io non saprei da che parte cominciare. Le materie da studiare sarebbero troppe. Poi rimane di base il problema di partenza: quale sarebbe mai il partito che potrebbe ospitarmi seriamente in una campagna elettorale nazionale, spingendosi con me verso la destra-destra e quindi verso i valori extraparlamentari dello zero virgola? Insomma non dovete preoccuparvi… la politica non fa certo per me”.

In effetti ultimamente si è tolto la divisa e va in giro a promuovere la sua accozzaglia di esternazioni. Quindi potremmo dire che ha avviato un nuovo percorso imprenditoriale?

“Assolutamente si. Peraltro abbiamo ipotizzato, con il mio team, anche un sistema per cui per partecipare agli eventi occorre pagare un ticket. Siamo in linea con le best practice internazionali. Probabilmente già nel 2024 inizieremo anche con il multilevel marketing e con il merchandising (berrettini, spillette, portachiavi, gadget…) e stiamo pensando anche a lanciare un nuovo brand “Oroscopi d’Italia”, ma basta con la Vergine per favore. Una primaria società di consulenza strategica sta già studiando come aumentare la visibilità dello stesso new brand, anche facendo leva – diciamocelo chiaramente è già un successo – sul mio nome Generale Fantacci. E’ un bel progetto, sfidante, identitario. Fatevene una ragione! Poi più avanti il sogno: la quotazione in Borsa. Ma adesso rimaniamo con i piedi per terra…. c’è ancora molta strada da fare”.

Torniamo al contenuto delle sue accozzaglie: non ritiene che possano essere considerate razziste? Secondo una nota giornalista invece Lei avrebbe sdoganato il diritto all’odio. E’ vero?

“Occorre distinguere tra questioni di opportunità e questioni politiche. L’Italia è piena ancora di “distinguisti”, di persone che fanno la fortuna nei talk show televisivi proponendo ardite distinzioni ed equilibrismi concettuali, che alimentano comunque la sostenibilità di castronerie palesi: questo è quello che consente a soggetti come me di fatto di parlare. I distinguisti lavorano in ogni settore, contesto e argomento, figuriamoci quanto sia facile farlo negli argomenti facili e divisivi da me evidenziati. Pensi che in alcuni casi i media li pagano in base a quanti livelli di distinzioni riesci a fare sul medesimo argomento. Se poi, all’interno del medesimo argomento, riesci a sostenere addirittura il contrario della tesi iniziale, allora puoi prendere in una sola serata fino a 2 o 3 volte il compenso di base. Comunque, per rispondere alla sua domanda un conto sono le questioni di opportunità: i miei pensieri sono chiaramente visibilmente non opportuni, al di là di come la si pensi nel merito. D’altra parte se pensiamo che sia ammissibile in un ambiente di lavoro andare in giro con le mani sul pacco, si figuri lei cosa potrà mai essere scrivere quel poco che ho scritto io, suvvia! Se, invece, spostiamo il dibattito sul piano degli aspetti politici: beh allora è evidente a tutti che la nostra costituzione è molto vecchia e che dovrebbe essere aggiornata. La nostra costituzione ed il diritto materiale vivente, purtroppo, oggi impediscono ancora a distanza di così tanti anni da quando è stata scritta, di fare qualunque distinzione o discriminazione sulla base di questioni di sesso o orientamenti sessuali, pelle, religione, censo, provenienza ed orientamenti politici. Pensate che paradosso: se anche tutto il mondo la vede al contrario, in Italia non riusciamo ancora a toglierci di dosso quelle norme partigiane che derivano solo dall’aver perso una guerra; guerra che – in regime militare di occupazione – aveva portato a cancellare i valori fondanti fascisti che poi erano alla base del seme dell’odio e di quelle leggi razziali che avevamo in precedenza sviluppato. Capisce perché oggi non ha più senso dire ai nostri ragazzi di rifarsi il letto la mattina? E’ solo retorica filo-americana. Oggi la comunità internazionale non capisce che tutte queste distinzioni in base a pelle, religione, sesso, origine e censo dovrebbero invece tornare ad avere il loro peso. Ma purtroppo l’influenza del pensiero unico di sinistra sull’argomento è ancora troppo forte. Sulla circostanza che io abbia sdoganato il diritto all’odio le dico questo. Guardi credo che ciascuno di noi debba almeno una volta nella vita fare un’esperienza come l’ho fatta io: visitare il Museo “Topografia del Terrore” a Berlino. Tra i tanti musei questo, vicino agli ultimi residui del Muro di Berlino, riesce meglio di ogni altro ad evidenziare tutti i motivi per cui i “diversi” debbano farsene una ragione: e così ci sono tantissime foto, innumerevoli testimonianze e fonti, moltissimi documenti storici sul “diverso omosessuale”, sul “diverso di pelle”, su quello di “religione, sugli “ebrei” ovviamente, sul malato di mente, sul povero e sul politicamente diverso, sull’invalido e sugli zingari…. etc. etc. La statistica del museo a Berlino è impressionante. E per tutti questi “diversi” non solo le testimonianze storiche di quel periodo ci aiutano a capire come aiutarli a farsene una ragione, ma politicamente si è dimostrato come si riusciva effettivamente ad implementare delle azioni concrete, dei programmi di politica attiva, che consentirono di eliminare in radice questi problemi soprattutto a beneficio dei “non-diversi”, dei prescelti dei fortunati. La Topografia del Terrore a Berlino è stato per me veramente fonte di ispirazione ed esperienza fondante e credo che tutti, almeno una volta nella vita , debbano visitare questo museo.”

Guardandola bene mentre parla … anche Lei Generale mi sembra un po’ scuro: e’ solo perché abbronzato come disse un nostro Presidente del Consiglio anni fa ad un altro Presidente degli Stati Uniti o anche lei dovrebbe essere considerato meno Italiano?

“La questione delle distinzioni in base al colore della pelle è una questione seria che non può essere affrontata così ironicamente come lei sta facendo ora; no, siamo in autunno non sono solo abbronzato. Purtroppo si, ho preso un po’ di colore e questo mi rende meno Italiano. In famiglia hanno capito che non c’erano cattive intenzioni e c’è ne siamo fatti una ragione. Ma le questioni private e familiari, per favore, lasciamole fuori”. 

Va bene lasciamole fuori: cosa pensa dei ROM?

“No comment, ho chiesto di non parlare di questioni private”.

Va bene, andiamo oltre allora. Un noto politico Italiano ha spiegato che se idealmente uno in un bar può dire liberamente le cose che ha detto lei Generale, allora nello stesso Bar si potrebbe dire anche che un Generale è un c*******. Idealmente, cosa ne pensa?

“Si devo dire che quando ho visto l’intervista di questo politico non l’ho capita molto fino in fondo; ho dovuto rivedere il filmato due o tre volte non lo ricordo più. A casa però mi hanno detto che aveva ragione lui alla fine”.

Generale, da più parti si ritiene che le sue affermazioni costituiscano in qualche maniera reato.

“Ovviamente quando si inizia un percorso di questo tipo si prendono dei rischi: anche che il proprio contributo, pluralista e democratico come il mio,  possa essere frainteso. Ogni rivoluzione culturale ha le sue aree di dubbio: ovviamente mi sono previamente consultato con i miei avvocati e preso le dovute precauzioni: i miei avvocati ritengono che si possa puntare alla semi-infermità mentale e rimanere così non punibili”.

Generale, cos’è il pluralismo che Lei ha appena ora menzionato e come si inserisce in un percorso democratico del nostro Paese.

“Sinceramente non lo so cosa sia il pluralismo: è una di quelle parole antiche che mal si adattano ad una realtà moderna ed in continua evoluzione come la nostra, ma che mi piaceva menzionare perché la usano in molti e suonava bene nel mio discorso. Spero non sia di sinistra, boh! Comunque, oggi il diverso deve sostanzialmente farsene una ragione e mettersi da parte a mio avviso; e non è questione di cultura dell’odio; è ovvio che sono loro ad essere diversi, no? Forse pluralismo vuol dire proprio questo oggi: che con la pluralità di diversi non si può più avere a che fare; sono diventati oggettivamente troppi. Tutte le politiche internazionali sulla Diversity, Equity and Inclusion delle multinazionali sono il frutto del capitalismo Sionista regnante e della globalizzazione diffusa. Il nostro Paese è ultimamente bloccato a tentare di estirpare, pensi un po’, la gender diversity (e siamo ancora molto indietro) per riportare alla supremazia del maschio bianco ariano rispetto a tutto il resto; figuriamoci poter pensare a come curare tutte le altre forme di diversità. Insomma il pluralismo potrebbe essere proprio questo: pensare in maniera olistica a come eliminare tutte le diversità. Questa è la vision. Ci vorranno ancora molti decenni purtroppo. Ci sono paesi del mondo molto più avanzati del nostro; paesi in cui la diversità è già reato e può essere punita anche con pene molto severe, in alcuni casi anche con la morte. Così l’omosessualità, il colore della pelle, la religione in molti paesi del mondo, a cui dovremmo ispirarci, sono soppressi e già non ammessi proprio. Anche alla donna – di per sé in molti paesi del mondo – non le viene riconosciuto lo stesso status e gli stessi diritti che ha l’uomo, come è naturale che sia. Qui in Italia siamo impegnati a capire ancora se debbano guadagnare lo stesso degli uomini oppure no: pazzesco, è ovvio che no! Per fortuna si iniziano a vedere i primi lupi in televisione (li riconosci dalla mano sul pacco, è un nostro segno distintivo) e si inizia a capire cosa importa veramente nei confronti della donna, soprattutto se magari un po’ ubriaca”.

Lasciamo stare….e passiamo alla politica estera se posso. 

“Prego ci mancherebbe, sull’Iran e l’Afghanistan sono preparato”.

No, Generale. …..Intendevo….allora …..l’Unione Europea negli ultimi decenni ha improntato la maggior parte delle proprie politiche in senso opposto alla sua visione. Cosa ne pensa ? 

“In Europa, purtroppo, questi burocrati hanno cose più importanti da fare che occuparsi delle farneticazioni di una minoranza in un singolo paese membro. L’Europa ha urgenze più sfidanti e così la politica economica e monetaria comune, le politiche ambientali, quelle sul cambiamento climatico, la difesa comune e l’immigrazione solo per citarne alcune. L’Europa non mi ha visto arrivare. E come disse qualcuno prima di me – c’è un vantaggio quando non si accorgono che stai arrivando: nel caso mio è solo che non glie ne frega niente a nessuno, in fin dei conti. Comunque sta di fatto che l’Europa non ha ancora il tempo per metabolizzare e implementare i cambiamenti necessari a curare tutti i diversi. L’immigrazione, ovviamente, ha acuito questo problema già diffuso in quanto con i barconi arrivano solo i diversi e la cosa più assurda è che fanno fatica a farsene una ragione. Anche distinguere tra immigrati e terroristi in una visione moderna ed attuale ha perso completamente senso. I musulmani immigrati sono tutti terroristi ovviamente. C’è bisogno di una rivoluzione culturale per innescare un vero cambiamento e la definizione di un nuovo paradigma politico. Si potrebbe pensare a dei campi di normalizzazione dei diversi. Qualcuno in passato lo aveva fatto, ma erano tempi diversi; oggi il problema principale sarebbe di bilancio, non avremmo risorse sufficienti. Pensate poi alla connessione Wi-Fi: sarebbe un problema tecnologicamente insuperabile garantirla a tutti i diversi in questi campi di normalizzazione. La politica quindi dovrà studiare percorsi nuovi e soluzioni tecnologicamente più avanzate. Lo spazio potrebbe essere una soluzione: questo aiuterebbe anche a dare un senso ai molti lanci di prova che regolarmente portano alla distruzione dei missili che si tenta di mandare in orbita. Riempiamoli di diversi, questa potrebbe essere una soluzione sostenibile fintanto che i lanci in orbita non avranno successo”.

Quando torna a casa la sera e guarda le sue figlie negli occhi a cosa pensa?

“Premetto che non mi guardano più negli occhi a casa da tempo. Comunque per rispondere alla sua provocazione, penso che le regole che applico agli altri sulla diversità non si debbano applicare a casa mia. É ovvio per me è diverso”.

Un ultima domanda Generale: Lei è razzista?

“No figuriamoci …..non sono razzista ma…. per capire meglio tutti i miei distinguo vi invito a comprare L’Oroscopo al Contrario. Grazie!”

Grazie a Lei, Generale!

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