Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Top

Carl Schmitt tra passato e futuro

  /  Osservatorio Globalizzazione   /  Carl Schmitt tra passato e futuro

Carl Schmitt tra passato e futuro

Nihil Medium. Carl Schmitt tra passato e futuro – recentemente pubblicato da Morlacchi Editore e scritto dal giovane studioso Orazio Maria Gnerre – rappresenta una interessante novità nel panorama degli studi dedicati al giurista tedesco.

Orazio Maria Gnerre, intellettuale ormai consolidatosi nell’ambito degli studi afferenti alle relazioni internazionali e alla geopolitica, ci fornisce una serie di linee guida che ci permettono di comprendere il pensiero di Carl Schmitt in rapporto non solo alla sua epoca, ma soprattutto in funzione del tempo presente e di quello in gestazione.

Il titolo del volume – “Nihil Medium” – rimanda alla nota massima di Cicerone: “inter bellum et pacem medium nihil sit” ovvero tra guerra e pace non esiste alcuna ipotesi intermedia (Ottava filippica contro Marco Antonio) e ci fornisce subito la chiave di lettura degli scritti in esso presenti.

La massima di cui sopra rimanda alla necessità di leggere la realtà con chiarezza: riconoscere “il conflitto” insito negli organismi complessi che ha come sbocco inevitabile la costruzione di “un ordinamento concreto”.

Da questo punto di vista, all’interno del testo, composto da otto saggi, oltre all’esplorazione dei temi classici del pensiero di Carl Schmitt (“il rapporto tra terra e mare”, “il decisionismo”, “l’eccezione”, “il politico”, “la dittatura”, “il nomos”, “il grande spazio”) che risultano già ampiamente indagati in altri volumi già pubblicati da tempo (Prima che il mondo fosse. Alle radici del decisionismo novecentesco – Mimesis 2018, Materiali. Reinterpretare la Rivoluzione conservatrice – Editoriale Scientifica, 2021), lo studioso si concentra sulla prassi ovvero sulla capacità di leggere Carl Schmitt alla luce delle criticità che caratterizzano l’epoca presente: il destino dell’Europa come soggetto geopolitico, il ruolo ancora dominante dell’imperialismo “occidentale” come “colonialismo culturale” nell’accezione del pensatore africano Kwame Nkrumah, la funzione dell’intelligenza artificiale, il rapporto tra teologia e politica.

In tal senso, risultano di preminente interesse le riflessioni intorno alla “civiltà talassica” dove l’analisi si concentra sul significato del “mare” da un punto di vista terraneo, che non dissolve le strutture del “politico” nella prospettiva oceanica (dove l’elemento del “mare” è dissolvente), ma rafforza al contrario l’ethos comunitario.

Gli scritti non perdono mai di vista la prassi ovvero la capacità di confrontarsi nell’arena sociale – così come avviene nello scritto dedicato al romanticismo politico e alla politica romantica – dove la “politica” deve essere sostenuta da una “visione del mondo”, ma non deve arenarsi nelle nebbie del sogno romantico.

Ancora, di preminente interesse risulta l’analisi comparativa tra Carl Schmitt e Max Weber intorno ai temi della “teologia politica” e allo “spirito del capitalismo” dove la religione viene legittimata solo in quanto sostegno della “struttura” ovvero dei rapporti imperanti nel sistema capitalistico.

All’interno del testo vi è anche un interessante passaggio sulle influenze del pensiero di Juan Donoso Cortés su Carl Schmitt dove vengono indagati i grandi temi delle “guerre di religione” terminate con la pace di Westfalia del 1648 che, secondo il giurista tedesco, rappresenta il prodromo dello Jus Publicum Europaeum ovvero del sistema di diritto internazionale destinato ad esplicare i suoi effetti sino alla Conferenza di Parigi del 1918-1919.

Gli altri temi sviluppati nel volume affrontano gli aspetti legati all’intelligenza artificiale che, se non intesa come ausilio delle attività cognitive propriamente umane, rischia di rendere l’uomo un automa senza autonomia e futuro.

Da questo punto di vista, i rischi dell’automazione e della “tecnica” nella sua dimensione assoluta e annichilente (temi “classici” sviluppati da Martin Heidegger, Ernst Jünger e dal filosofo italiano Emanuele Severino) rappresentano il massimo compimento della “neutralizzazione” e della “spoliticizzazione” che non determinano la fine del “conflitto”, ma ne acuiscono l’intensità sino al dissolversi di ogni vincolo solidaristico in funzione del “puro profitto”.

Per concludere e per invitare alla lettura del testo, valga la massima contenuta nel Dialogo sul Potere dello stesso Carl Schmitt (Adelphi Editore): “Un debole può trovarsi nella condizione di far fuori il più forte e potente degli uomini. In ciò gli uomini sono veramente uguali, giacché sono tutti minacciati e tutti in pericolo”.

Un invito alla riflessione, alla meditazione e mantenersi sempre “pronti” dinanzi alle dinamiche del “conflitto”.

Mario Forgione

Post a Comment


доступен плагин ATs Privacy Policy ©

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Questo sito fa uso di cookie, file di testo che vengono registrati sul terminale dell’utente oppure che consentono l’accesso ad informazioni sul terminale dell’utente. I cookie permettono di conservare informazioni sulle preferenze dei visitatori, sono utilizzati al fine di verificare il corretto funzionamento del sito e di migliorarne le funzionalità personalizzando il contenuto delle pagine in base al tipo del browser utilizzato, oppure per semplificarne la navigazione automatizzando le procedure ed infine per l’analisi dell’uso del sito da parte dei visitatori. Accettando i cookie oppure navigando il sito, il visitatore acconsente espressamente all’uso dei cookie e delle tecnologie similari, e in particolare alla registrazione di tali cookie sul suo terminale per le finalità sopra indicate, oppure all’accesso tramite i cookie ad informazioni sul suo terminale.