Macron e la saga infinita dei sottomarini francesi
La chanson de geste dei sottomarini galattici francesi a super propulsione si arricchisce di un altro avvincente capitolo, auspicabilmente ultimo, definitivo e tombale.
Dopo l’effluvio di lacrime e bile profluviante dall’incontenibile Emmanuel Macron, il rude Boris Jonson si è intrufolato per primo nella bad romance della commessa svaporata dei grandi magazzini militari francesi, stregata dal terribile mago di Oz.
Il lirismo oggettivo dell’insensibile BoJo si è manifestato verso l’afflitto Emmanuel dapprima con un ruvido «donnez moi un break», salvo poscia elevarsi con una più classicheggiante dichiarazione di georgico «amore inestirpabile», insincera poesia di amore rurale.
Il Primo Ministro britannico avrebbe voluto gridare a Marianna, in una sorta di centone virtuale:
«Io non ci casco più (la Libia è un ottimo esempio)
Tu mi rimpiangerai
Bella senz’anima»,
ovvero le parole del capolavoro di Riccardo Cocciante. Lo Scapigliato è stato trattenuto dal saggio Zio Sam.
Intanto, nella settembrina Washington, tra le romantiche foglie d’acero svolazzanti, gli struggenti lamenti del giovane Emmanuel sono giunti all’orecchio di Joe Biden: lo sconsolato francese soffre, perché s’offre, ma nessuna se lo piglia. Le giovani QUAD e AUKUS lo snobbano. Non gli concedono neppure un giro in torpediniera o in Rafale. È ignorato al pari delle sue ex Cambogia e Laos.
Il buon Joe, semideo navigato, sa come lenire i dolori del giovane Presidente, mentre questi chiagne (e fotte) al telefono. Sua semidivinità ha ammesso che c’è stata qualche sovrapposizione di troppo con la commessa, appunto perché svampita.
Dal Nuovo Continente il 4 ottobre Biden ha mandato Mercurio, messaggero degli dei, tra i nembi dell’Olimpo di Lutetia, sotto le mentite spoglie di Blinken, accompagnato da Cupido, pronto a scoccare le frecce dell’amore, con suadenti argomenti come: commercio, energia, ambiente, futuro più inclusivo ed equo, rafforzamento della vitale relazione USA-Francia, sicurezza nella regione indo-pacifica e, dulcis in fundo, sfide e opportunità globali, ovvero il profumo degli affari all’ombra di bandiera.
Mercurio-Blinken è stato accolto da Marianna, in rappresentanza della commessa distratta. Gli ha chiesto un appuntamento in Mali, dove le locali autorità neo golpiste, dopo essere state colmate di insulti diplomatici, nel timore che tocchi loro la sorte di Gheddafi e Sankara, intrattengono flirt mercenari coi ragazzacci della cattiva compagnia Wagner.
Marianna non ci sta e per questo cercherà di ammaliare Blinken con i versi de “L’appuntamento”, cavallo di battaglia di Ornella Vanoni:
«Ho sbagliato tante volte ormai (Indocina, Francafrica, Italia, Libia) …
Amore, fai presto,
io non resisto…
Se tu non arrivi, non esisto».
Nessuno avrebbe mai sospettato che al Dipartimento di Stato conoscessero tutti i filoni della musica napoletana. Infatti hanno premunito Mercurio-Blinken del testo della canzone di Alan Sorrenti “Tu sei l’unica donna per me”. Sarà il controcanto a Marianna:
«Non chiedermi niente (dollaroni, armate e armamenti)
Dimmi che hai bisogno di me
Tu sei sempre mia anche quando vado via
Tu sei l’unica donna per me».
Shakespeare, citando Ovidio, faceva dire a Giulietta, che degli spergiuri degli amanti Giove ride.