L’ombra del Mossad dietro l’omicidio dello scienziato nucleare iraniano
Il 27 novembre lo scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh è morto a in ospedale a seguito delle ferite riportate in un agguato subito mentre si trovava in auto con sua moglie vicino a Teheran.
Fakhrizaden era ritenuto uno degli uomini di punta dei programmi nucleari iraniani, a capo di Amad, un progetto di potenziamento energetico nucleare con scopi civili secondo le autorità iraniane, una copertura per scopi bellici volta a poter realizzare ordigni nucleari a detta di diversi servizi di intelligence occidentali.
La paternità di questo omicidio mirato è stata subito attribuita al Mossad israeliano dall’Iran, che fin dalla prima ora ha puntato il dito contro Israele, complice anche una dichiarazione del 2018 del premier Benjamin Netanyahu, che menzionò il nome di Fakhirizadeh nel corso di una conferenza stampa in cui sosteneva apertamente che l’Iran si stesse organizzando per dotarsi di bombe nucleari.
Secondo il New York Times [1], alcuni funzionari dell’intelligence americana confermerebbero che dietro a questa esecuzione ci sarebbe la mano degli israeliani.
La tensione nell’area è letteralmente alle stelle, la portaerei Nimitz e le navi da guerra che compongono il suo Strike Group sono state richiamate dall’Oceano indiano per fare rotta verso il Golfo persico. Anche se questa decisione sembra che sia stata presa in precedenza all’uccisione dello scienziato iraniano[2] è indubbio che la presenza di questi mezzi navali abbia una funzione di deterrenza davanti alle promesse di ritorsioni dei Pasdaran iraniani per quanto accaduto.
L’eliminazione di Fakhirizadeh è solo l’ultimo di una lista di omicidi mirati di scienziati iraniani, coinvolti a vario titolo nei programmi nucleari.
Con modalità simili a quelle del 27 novembre o attraverso l’uso di autobomba, sono stati eliminati o gravemente feriti dal 2010 ad oggi Majid Shahriyari, Fereydoun Abbassi Davani, Darioush Rezai e Mostafa Ahmadi Roushan.[3]
I servizi segreti israeliani sono fortemente indiziati di essere stati gli autori materiali di queste omicidi, probabilmente con l’avvallo e le benedizione dell’intelligence americana. Di pistole fumanti che attestino questo diretto coinvolgimento del Mossad ovviamente non ce ne sono, né tantomeno le autorità israeliane hanno rivendicato alcun ruolo in questi accadimenti, limitandosi a non smentire le voci che vedrebbero i loro efficienti servizi segreti dietro a questi omicidi. Un atteggiamento simile serve anche ad alimentare quell’aura di invincibilità, spietatezza e capacità di agire omni tempore che avvolge da sempre il Mossad e può ben fare gioco ad Israele.
Nel film Il giardinere tenace, basato sul romanzo di un noto esperto di intelligence come John Le Carrè, c’è una battuta tagliente di un protagonista che recita cosi: “Solo Dio sa tutto e lui lavora per Il Mossad”.
Al di là delle esagerazioni cinematografiche, il Mossad è un servizio di spionaggio molto efficiente, che ha alle spalle una lunga tradizione di operazioni speciali, divenute quasi leggendarie, come la cattura di Eichmann in Argentina nel 1960 o l’operazione “Ira di Dio” messa in piedi per eliminare i soggetti ritenuti direttamente o indirettamente responsabili del massacro degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco nel 1972.
Le ragioni che consentono ai servizi segreti israeliani di poter agire in maniera così “disinvolta” all’interno di paesi ostili, oltre alle indiscusse abilità operative, sono molteplici e spesso direttamente connesse alla sua stessa storia ed organizzazione.
Per prima cosa bisogna rimarcare che il Mossad risponde del proprio operato direttamente al primo ministro senza essere soggetto ad un controllo parlamentare. L’assenza di questo controllo influisce sicuramente sulla maggior libertà di azione del servizio di intelligence israeliano rispetto ad altre strutture omologhe.
Una seconda ragione è dettata dal fatto che Israele è un Paese in perenne emergenza securitaria, costantemente a rischio di attentati ed azioni ostili sul proprio territorio. Operazioni di attacco ed eliminazione preventiva di potenziali nemici, (ufficialmente non autorizzate né rivendicate), per quanto in violazione delle più elementari leggi e convenzioni internazionali, non sembrano destare ondate di riprovazione e sdegno dell’opinione pubblica del Paese.
Una terza motivazione potrebbe essere la censura militare che agisce come una cesoia sui media israeliani per le informazioni sensibili per la sicurezza nazionale.
Venendo alle modalità operative, all’interno del Mossad dovrebbe, vista la mancanza di riscontri oggettivi il condizionale è sempre d’obbligo, essere presente un dipartimento deputato a compiere queste azioni, la Metsada, all’interno del quale troverebbe posto un braccio operativo, il kidon (baionetta in ebraico) composto da poche decine di uomini e donne addestrati per queste operazioni speciali.
A fronte di uccisioni chirurgiche ed avvolte ad oggi dal più fitto mistero, non sono mancati clamorosi insuccessi operativi del Mossad che hanno fatto esplodere imbarazzanti crisi diplomatiche e rischiato di alterare i già precari equilibri del quadrante mediorientale.
Il più celebre di questi fallimenti fu il tentativo di eliminazione di Khalid Meshal, uno dei leader di Hamas ad Amman nel 1997. Una squadra del kidon avrebbe dovuto eliminare il politico attraverso un veleno vaporizzato nell’orecchio della vittima.
L’attentato fallì, Meshal venne soccorso dagli uomini della propria scorta e diversi agenti israeliani vennero arrestati dalle autorità giordane.
Il re Hussein di Giordania, furente per l’attentato, minacciò di far saltare gli accordi pace del 1994 e le autorità israeliane si videro costrette a consegnare l’antidoto ai giordani per salvare Meshal ed a liberare lo sceicco Ahmed Yassin in cambio dei propri agenti.[4]
[1] https://www.nytimes.com/2020/11/27/world/middleeast/iran-nuclear-scientist-assassinated-mohsen-fakhrizadeh.html
[2] https://formiche.net/2020/11/ecco-perche-gli-usa-muovono-la-nimitz-nel-golfo/
[3] https://english.alarabiya.net/en/News/middle-east/2020/11/27/Attacks-on-scientists-in-Iran-in-recent-years-A-list?fbclid=IwAR0a6p90958fKhXzS4jGLKkhgyvwjoH_MQCbAjoUkUKlbLt6z8NO1AB3sP4
[4] Per approfondire il fallito attentato si rimanda a: Mc Geogh P., Kill Khalid, the failed Mossad assassination attempt on Hamas Leader, New York, The New Press, 2009