Tra Algeria e Marocco: la contesa franco-spagnola nel Mediterraneo occidentale
Il ruolo di porta d’accesso verso l’Atlantico ha fatto del Maghreb una delle aree di maggiore interesse per le potenze mediterranee. A più riprese è stato sottomesso dall’Impero Ottomano, dalla Francia e dalla Spagna. Queste ultime due hanno dispiegato la propria competizione politica ed economica in due Stati in particolare: l’Algeria e il Marocco.
Il Maghreb e la Francia colonialista
Lo Stato che ha esercitato l’influenza più pervasiva sul Maghreb è stata la Francia. Penetrata in Algeria a partire dalla prima metà dell’Ottocento, le ragioni che hanno spinto Parigi nel Maghreb sono ascrivibili soprattutto a questioni di sicurezza. I pirati barbareschi presenti nella regione rappresentavano un pericolo costante per i traffici in quell’area e, d’altro canto, per deflettere all’esterno tensioni interne all’allora monarchia francese si decise di prendere possesso della sponda sud del Mediterraneo, di fronte alla Provenza.
Dall’Ottocento Parigi ha trasferito un numero sempre maggiore di coloni in questo territorio con lo scopo di assicurarsene il controllo e di penetrare nell’interno. Questo ha portato la Francia alla necessità di consolidare i confini della colonia sia ad est, con l’occupazione della Tunisia, sia ad ovest, con l’ingresso nel Marocco. La decolonizzazione del secondo dopoguerra, avvenuta in modo traumatico a causa della volontà francese di integrare i territori coloniali nella Francia metropolitana, ha lasciato dei segni evidenti nelle relazioni tra Parigi e lo Stato nordafricano. Queste, infatti, restano altalenanti a causa di acredini risalenti al passato coloniale e alla Guerra d’Algeria. L’ex colonia vede in Parigi il nemico storico da cui non farsi soggiogare, mentre dall’Eliseo Algeri viene percepita come un partner non pienamente affidabile.
La Francia nutre interessi verso l’Algeria in quanto punto di snodo fondamentale per raggiungere il Sahel, entrato al centro dell’agenda francese a causa delle rotte di migranti che lo attraversano. Dal mantenimento di buone relazioni con lo Stato maghrebino deriva la possibilità per Parigi di condurre azioni più incisive nella repressione del terrorismo e della tratta di esseri umani. Inoltre, gli ingenti depositi di idrocarburi e di gas di cui dispone Algeri hanno attirato storicamente l’attenzione della maggiore azienda petrolifera d’Oltralpe, la Total. Se a ciò si aggiunge il fatto che una quota rilevante di cittadini francesi ha legami diretti con i coloni rimpatriati dopo l’indipendenza algerina, emerge l’importanza che le relazioni con questo Stato assumono per Parigi.
Nel caso del Marocco, le relazioni con la Francia sono notevolmente differenti. Innanzitutto, rispetto al proprio vicino orientale non ha mai perduto completamente l’amministrazione locale, essendo un protettorato con un proprio sovrano per tutto il periodo della colonizzazione francese. Quest’ultima, inoltre, è stata molto più breve rispetto a quella dell’Algeria, ed ha lasciato delle cicatrici meno evidenti.
Sebbene abbia un’importanza economica minore rispetto all’Algeria, potendo contare principalmente sul commercio dei fosfati, il Marocco ha una manifattura in crescita che ha attirato aziende francesi, come la Renault. Il ruolo maggiore che la Francia attribuisce al Marocco è quello di contribuire alla stabilità del Sahel e di evitare un eccessivo rafforzamento dell’Algeria. Emblema di ciò è il supporto indiretto che la Francia ha accordato a Rabat nella questione dell’annessione marocchina del Sahara Occidentale, il cui governo, rappresentato dal Fronte Polisario, è in esilio proprio in Algeria.
Le mosse spagnole in Marocco ed Algeria
Sul fronte opposto si muove la Spagna, che in questa porzione di Africa è entrata presto ma che ha iniziato a controllare seriamente solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento per evitare un eccessivo rafforzamento della Francia. Concentrando il proprio controllo a nord-ovest, nella regione del Rif marocchino e del Sahara Occidentale, la Spagna ha dei legami storici con l’attuale Marocco.
Le relazioni tra Madrid e Rabat sono di primaria importanza per la Spagna, che controlla tutt’oggi alcune enclave in suolo africano, Ceuta e Melilla le più note. Questi legami, tuttavia, non sono resi facili dalla questione dei migranti e della sovranità spagnola sulle sue enclave nordafricane, che vede i due governi spesso in contrapposizione, sebbene l’atteggiamento di fondo sia guidato dalla collaborazione.
Altra questione che rende difficili le relazioni tra i due Stati è quella legata all’occupazione marocchina del Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, mentre la Spagna continua ad avere contatti con esponenti del Fronte Polisario. Ciò è testimoniato, ad esempio, dal fatto che il leader di questo movimento, Brahim Ghali, di recente si sia recato in un ospedale spagnolo per ricevere cure dopo aver contratto il Covid-19, generando proteste formali da parte di Rabat. Ciononostante, Madrid resta il principale partner economico del Marocco e l’interlocutore di riferimento in Europa.
L’Algeria, a differenza del proprio vicino occidentale, non condivide con la Spagna un passato di legami coloniali. Ciò che ha spinto Algeri e Madrid a collaborare è stata la necessità spagnola di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, unitamente alla lotta all’immigrazione irregolare. Fin dal secolo scorso sono stati avviati contatti commerciali tra le maggiori città spagnole della costa mediterranea e l’Algeria, e attualmente la Spagna rappresenta insieme alla Francia il principale Paese di riferimento per lo Stato nordafricano nell’Unione Europea. Il ruolo dell’Algeria, secondo la Spagna, non è solo quello di rifornire Madrid di combustibili fossili e di respingere i migranti irregolari, ma anche mantenere l’equilibrio geopolitico in Africa settentrionale, evitando un eccessivo rafforzamento del Marocco.
Quando la geografia batte la storia
La sponda africana del Mediterraneo occidentale vede nella Francia e nella Spagna le due principali potenze europee in corsa per affermare la propria influenza. Se Parigi ha potuto a lungo contare sui legami storici e coloniali che ancora oggi legano a sé Algeri e Rabat, Madrid ha condotto una politica basata su una lenta penetrazione commerciale.
La volontà francese di una maggiore presenza nel Maghreb è legata da un lato ad affermare il ruolo di prestigio del Paese, membro del G7 e del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dall’altro lato per assicurarsi il controllo delle rotte dei migranti e contrastarne il flusso. Tra gli obiettivi di Parigi rientra, inoltre, una presenza significativa nei settori strategici della regione. Il peso del passato coloniale, tuttavia, limita significativamente lo spazio di manovra francese in Algeria, mentre il Marocco, pur rientrando nell’Africa francofona, da anni gravita saldamente nella sfera d’influenza spagnola. L’eccessivo laicismo francese e il diritto d’asilo accordato a molti dissidenti maghrebini, inoltre, rappresentano un ostacolo nelle relazioni tra Parigi, Algeri e Rabat.
La Spagna, dal canto proprio, intende approfittare delle tensioni tra Marocco e Algeria per guadagnare quote di mercato in entrambi questi Stati. Questo si sostanzia da un lato mantenendo relazioni molto strette con il Marocco per questioni di sicurezza interna, confinando fisicamente con il Paese tramite le enclave spagnole sulla costa africana. Dall’altro lato Madrid sostiene indirettamente l’Algeria nella questione del Sahara Occidentale, sebbene negli ultimi anni l’orientamento spagnolo si stia rivolgendo sempre più verso una soluzione politica della vicenda e non attraverso un referendum.
L’erosione dell’influenza francese in questo scacchiere è quanto mai evidente, mentre di pari passo va crescendo l’importanza della Spagna nelle questioni politiche, economiche e di sicurezza dell’area, avvantaggiata dalla propria posizione di prossimità al Maghreb. La geografia sta battendo la storia.
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