Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Top

Ci Xi, da contadina a imperatrice

Ci Xi

Ci Xi, da contadina a imperatrice

I periodi di crisi possono essere periodi di stasi sociale ma anche di fluidità, consentendo straordinarie ascese. Questo è il caso dell’imperatrice madre cinese Ci Xi al secolo Xiaoqian.

Xiaoqian nacque, così almeno indicano i documenti di palazzo, il decimo giorno del decimo mese lunare del quindicesimo anno del regno dell’Imperatore Daoguang, per cui dovrebbe essere il 29 novembre 1835 a Xipo, vicino alla città di Beicheng, nella provincia dello Shanxi.  Dell’infanzia si sa pochissimo: era figlia di contadini e fu venduta dal padre all’età di 4 anni all’agricoltore Song Siyuan, del vicino villaggio di Shangqin. Questi la rivendette a 12 anni al prefetto della città di Luan, l’ufficiale manciù Huizheng, che la comprò come serva ma che le si affezionò come una figlia, dandole il nome di Yulan, adottandola ed elevandone notevolmente il rango sociale.Ora una manciù a tutti gli effetti, si innamorò di un ufficiale portavessilli a 16 anni, ma la sua bellezza attrasse i funzionari di corte che la scelsero per partecipare alle selezioni per le concubine dell’Imperatore Xianfeng.

Era un privilegio riservato alle sole donne manciù e la selezione venne affidata alla Prima Concubina vedova Kangci. Yulan venne scelta insieme a Zhen (che sarebbe stata con lei protagonista del potere cinese) vincendo su altre 58 ragazze. Il 26 giugno 1852 entrò nella Città Proibita come Lan, concubina di quinto rango. Due anni dopo divenne concubina Yi (quarto rango). Avendo poi dato alla luce nel 1856 l’unico erede maschio sopravvissuto all’infanzia, il futuro imperatore Tongzhi, divenne Consorte Yi e poi al compimento del primo anno del bambino divenne Guifei, nobile consorte di secondo rango. Davanti a lei c’era solo Zhen.

A differenza di molte donne manciù Yulan sapeva leggere e scrivere il mandarino e sapeva far di conto. Per questo veniva chiamata spesso da Xianfeng, sovente malato per leggere e redigere i memoriali. Ciò le permise di familiarizzare con la politica e l’amministrazione dello Stato.

Alla fine della Seconda Guerra dell’Oppio, il 22 agosto 1861, moriva un depresso e alcolizzato Xianfeng. Il solo erede era il piccolo Tongzhi per cui fu proclamata non solo Sacra Madre ma anche Imperatrice Vedova, titolo tolto a Zhen che però riuscì ad ottenere per sé l’appellativo di Imperatrice Madre. Yulan prese il nome di Ci Xi (“buona e allegra”), mentre Zhen quello di Ci An (“buona e serena”). Le due vedove, ma è indubbio che la stratega fosse Ci Xi, si dovevano contendere il potere con 8 reggenti nominati da Xianfeng per sostenere il giovanissimo Tongzhi. La situazione era critica per i Qing, poiché non solo si veniva dalla bruciante sconfitta della Seconda Guerra dell’Oppio che aveva costretto l’imperatore a morire nella provincia di Rehe, ma si doveva anche affrontare la Rivolta dei Taiping, un movimento etnico-religioso che si opponeva ai manciù e al confucianesimo, originandosi in una singolare fusione di elemento etnico Han e cristianesimo. I Taiping controllavano Nanchino, Anquing e Hangzhou. Per conquistare il potere doveva estromettere gli 8 reggenti e per farlo si alleò con Ci An (con cui i rapporti erano ottimi fin dal concubinato) e con altri maggiorenti esclusi dalla reggenza. Per prima cosa riuscirono ad entrare in possesso dei sigilli imperiali, in seguito, con la scusa della minore età dell’Imperatore, ebbe modo, in qualità di Sacra Madre di apporre i sigilli e di assistere alle riunioni di governo (quantunque dietro a un telo). Coinvolse Gong e Chun, sesto e settimo fratello dell’Imperatore Xianfeng, rimasti a Pechino ed esclusi dagli 8: tornò prima degli altri a Pechino e lavorò per assicurarsi la base di potere tra generali e funzionari. Fu il golpe di Xinyou (perché ebbe luogo nell’anno di xinyou), in cui le imperatrici e gli altri generali presero il potere: forte anche di alcune richieste nobiliari che le erano pervenute di “governare da dietro le quinte” , fece giustiziare i reggenti, alcuni decapitandoli, altri costringendoli al suicidio per impiccagione con una fascia di seta bianca (anziché con la tortura dei “mille tagli”).

Forte dell’appoggio nobiliare, dopo aver ricompensato Gong, facendolo diventare principe reggente, emanò un editto imperiale con il quale si faceva nominare responsabile delle decisioni del giovane Tongzhi. Certo non poté fare a meno del Gran Consiglio (storica istituzione informale della dinastia dei Qing) e di Gong, ma tutti i documenti dovevano essere inoltrati prima all’Imperatrice Vedova, la quale poi applicava i sigilli imperiali, atto burocratico certo, ma necessario. Questo periodo di reggenza fu noto come Restaurazione Tongzhi, l’ultimo tentativo di fermare il declino dei Qing. La restaurazione imperiale iniziò con una revisione del ceto burocratico, che vide la sostituzione di molti Manciù con gli Han specie in Cina meridionale, affidando al generale han Zeng Guofan, che guidava il Movimento di Auto Rafforzamento, la conduzione della lotta contro i Taiping. Il Movimento nella concretezza cercava di intraprendere una nuova strada verso un “conservatorismo illuminato” che mirava alla rinascita del Confucianesimo, alla restaurazione dell’ordine e della civiltà cinese e al rafforzamento dell’Impero nei confronti dell’esterno. Sotto questo programma ideale si costruirono le prime ferrovie, le prime fabbriche di macchine e cantieri e arsenali navali per provare a colmare la distanza che si era palesata durante le guerre dell’oppio con le potenze occidentali (non ci riuscirono ma almeno la flotta divenne sufficientemente potente per sedare rivolte intestine). Importanti furono infine l’istituzione dello “Zongli Yamen” (1861) , un ministero per gli affari esteri dedicato ai rapporti con le grandi potenze europee (prima la politica estera cinese veniva trattata in base agli Uffici, che si occupavano di vari aspetti, ad esempio: riti, traduzioni ecc..) e la creazione della Tongwen Guan (una scuola governativa per l’insegnamento delle lingue occidentali e delle materie scientifiche). Le riforme non furono comunque strutturali ma permisero alla dinastia dei Qing di sopravvivere ancora qualche decennio. Dopo vittoria contro i Taiping, per Ci Xi era arrivato il momento di sbarazzarsi del principe Gong, che era il principe reggente e controllava lo Zongli Yamen e gli affari quotidiani di corte, avendo ottenuto anche l’appoggio di una parte dell’esercito. Con un memoriale, non si sa quanto vero, che lo accusava di corruzione e con il sostegno di Ci An per oltraggio alle due imperatrici, Gong fu estromesso dal potere, pur rimanendo nobile e all’interno del consiglio per gli affari esteri, perdendo il titolo di principe reggente. Furono anni di stabilità per il Celeste Impero e la situazione era assai propizia per il nuovo Imperatore Tongzhi, che a 18 anni, nel 1873, prese il potere. Cresciuto nel palazzo come un prigioniero, Tongzhi era del tutto impreparato sia politicamente che culturalmente, ma soprattutto volle sfidare Ci Xi, scegliendo come consorte la concubina propostagli da Ci An e andando al braccio di ferro con il Gran Consiglio per avere più fondi per ricostruire il Palazzo d’Estate, per esiliare lì la Sacra Madre. Gong, Chun e altri si opposero presentando, su spinta di Ci Xi, un memorandum contro la negligenza del sovrano. Poiché la risposta di Tongzhi fu la privazione dei titoli nobiliari dei suoi critici, Ci Xi e Ci An lo affrontarono davanti al Gran Consiglio umiliandolo. Tongzhi, dedito all’alcol e al sesso, morì nel 1875 di sifilide, raggiunto poco dopo dalla sua sposa che Ci Xi fece debitamente togliere di mezzo.

Fu Ci Xi a decidere il successore, adottando Guangxu figlio di sua sorella Rong e del principe Chun, che quindi divenne imperatore a soli 4 anni, sotto la reggenza di Ci Xi. Dopo la morte di Ci An nel 1881, non si sa se avvelenata da Ci Xi (probabilmente no), l’Imperatrice Vedova procedette alla lenta modernizzazione del paese: era infatti molto superstiziosa e, ad esempio, credeva che troppe strade ferrate avrebbero turbato il sonno dei defunti, non prendeva certe decisioni in giorni o mesi astrologicamente poco propizi e così via.

A seguito della sconfitta nella guerra sino-francese del 1885, Ci Xi si sbarazzò definitivamente di Gong nominando Chun controllore dell’Ammiragliato, una carica che gli affidava la gestione dei fondi destinati alla Marina. Negli anni successivi, anziché utilizzare i soldi pubblici per riammodernare la flotta, Chun li dirottò sui lavori di restauro e abbellimento del Palazzo d’Estate. Morì all’inizio del 1891, ma i risultati della sua gestione si videro nelle umilianti sconfitte patite dal Celeste Impero nella seconda guerra sino-giapponese del 1895. Nel 1889 Guangxu assunse il potere in prima persona. Per evitare che una qualsiasi mossa dell’imperatore Guangxu sfuggisse al suo controllo, Ci Xi lo fece sposare con la figlia di suo fratello, Xiaoding Jing Longyu, che svolse la funzione di informatrice e spia. Ci Xi comunque aveva una rete burocratica di controllo costruita nel corso degli anni di reggenza che la rendeva, malgrado il pensionamento, potente quanto l’Imperatore. L’umiliante sconfitta nella guerra sino-giapponese del 1895 fu un vero trauma e spinse l’Imperatore Guangxu nel 1898 a iniziare una serie di riforme (le Riforme dei Cento giorni) non solo di modernizzazione tecnica ma anche di riassetto istituzionale per adeguare l’impero ai cambiamenti che coinvolgevano non solo l’Europa e l’America ma anche il Giappone. Ciò avrebbe comportato la marginalizzazione di Ci Xi che intervenne compiendo un nuovo colpo di stato avendo l’appoggio di una parte dei militari e dei burocrati contrari alle riforme. Il conflitto militare fu di breve durata e Guangxu, tradito dai suoi generali, fu privato di tutti i titoli, del potere e dei privilegi. Ufficialmente rimase sul trono, ma fu rinchiuso fino alla morte su un’isola che sorgeva nella Città Proibita. Il 26 settembre, con un editto,Ci Xi annullò le Riforme dei Cento giorni e dichiarò l’Imperatore inabile al governo. Ma la fine era vicina perché nel 1899 iniziarono i disordini legati alla Rivolta dei Boxer. Dapprima l’Imperatrice Vedova condannò le azioni dei Boxer contro i missionari stranieri, salvo poi, per conservare il proprio potere e la dinastia, appoggiare il movimento e dichiarare formalmente guerra alle potenze occidentali, intervenute nel giugno del 1900. Quando la rivolta raggiunse Pechino e i Boxer e l’esercito imperiale assediarono le legazioni occidentali la guerra con le 8 Potenze (USA, Italia, Austria-Ungheria, II Reich, UK, Francia, Giappone e Russia) era inevitabile. Il 14 agosto 1901 un esercito internazionale raggiunse Pechino: la città fu saccheggiata. La Russia approfittò del caos per occupare la Manciuria. Ci Xi fuggì in abiti civili a Xi An, portandosi dietro Guangxu. Il trattato di pace al quale fu costretta era avvilente e imponeva anche una pesante indennità di guerra (67 milioni di sterline), ma almeno conservava il potere. Le Potenze Occidentali avevano bisogno di un governo abbastanza forte da reprimere ulteriori sommosse anti stranieri, ma sufficientemente debole per poter agire da solo. L’ultima stagione del lungo regno “dietro le quinte” fu dedicata alle “Nuove Riforme”, che superavano in un certo senso le “Riforme dei Cento giorni”: molti funzionari furono mandati all’estero per studiare gli altri sistemi di governo, venne rivisto il sistema degli esami pubblici per la burocrazia, venne riformato il diritto amministrativo e furono introdotte tutele dei diritti civili. Vennero abbozzate una costituzione e una legge elettorale e si crearono nuove infrastrutture. Ci Xi aprì la Città Proibita alle mogli degli alti dignitari occidentali. Morì il 15 novembre 1908, il giorno dopo di Guangxu, e sul punto di morte designò come successore il piccolo Pu Yi, l’Ultimo Imperatore.

24 – Dal laburismo al fascismo, la parabola politica di Oswald Mosley

25 – Chomsky, vita e pensiero di un uomo in rivolta

26 – Zinn, una voce critica nel cuore dell’America

27 – L’eredità politica e spirituale di John Lennon

28 – Ci Xi, da contadina a imperatrice.

Tutti i ritratti dell’Osservatorio

Laureato magistrale in Scienze Filosofiche all'Università degli Studi di Milano, è attualmente consigliere comunale nel paese di Cesano Boscone.

Post a Comment


доступен плагин ATs Privacy Policy ©

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Questo sito fa uso di cookie, file di testo che vengono registrati sul terminale dell’utente oppure che consentono l’accesso ad informazioni sul terminale dell’utente. I cookie permettono di conservare informazioni sulle preferenze dei visitatori, sono utilizzati al fine di verificare il corretto funzionamento del sito e di migliorarne le funzionalità personalizzando il contenuto delle pagine in base al tipo del browser utilizzato, oppure per semplificarne la navigazione automatizzando le procedure ed infine per l’analisi dell’uso del sito da parte dei visitatori. Accettando i cookie oppure navigando il sito, il visitatore acconsente espressamente all’uso dei cookie e delle tecnologie similari, e in particolare alla registrazione di tali cookie sul suo terminale per le finalità sopra indicate, oppure all’accesso tramite i cookie ad informazioni sul suo terminale.