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La rinascita dei Paesi Baschi parte da uno stadio

La rinascita dei Paesi Baschi parte da uno stadio

Con piacere vi presentiamo il primo articolo di Vincenzo Paliotto, animatore del blog “L’altro calcio”, che sarà da ora in avanti ospite dell’Osservatorio con una serie di analisi che ci aiuteranno a capire la rilevanza politica del calcio. Fenomeno sociale di massa per eccellenza, il calcio è un caleidoscopio della globalizzazione: e il dossier “Calcio e politica”, animato dai racconti di Paliotto ci aiuterà a capirlo in profondità. Nel primo articolo, in vista della finale della Coppa del Re spagnola che si disputerà tra le squadre basche della Real Sociedad e dell’Atlethic Bilbao, parleremo di quando il derby basco fu decisivo per riportare alla luce la bandiera della comunità nazionale, resa illegale dal regime franchista.

Josean de La Hoz Uranga non avrebbe certamente lasciato una traccia indelebile nella storia peraltro gloriosa della Real Sociedad. La sua militanza con il club basco di San Sebastiàn arricchì la sua carriera di presenze prestigiose nella Liga, ma il giocatore nativo di Guipuzcoa era più che altro un valido e tenace comprimario, che contribuì comunque a cementare il carattere di quella squadra che ad ogni modo viaggiava all’inizio degli Anni Ottanta verso grandi ed inimitabili imprese. Militò come centrocampista nella Real Sociedad dalla stagione del 1972/73 a quella del 1977/78, totalizzando complessivamente 76 presenze. Anche sull’album delle figurine del calcio spagnolo risultava in una forma fisica forse precaria ed in qualche foto addirittura apparentemente con qualche kilo in più rispetto a quello usuale di un calciatore professionista. Ma le imprese di Josean De la Hoz Uranga non si limitarono soltanto a quelle sul terreno di gioco ed il basco si rese protagonista di uno di quegli eventi che avrebbero cambiato senza esagerare il corso della storia dei Paesi Baschi. Regione della penisola iberica notoriamente sempre turbolenta, anche negli anni tentacolari del franchismo ed attraversata dai lunghi momenti di tensione causati dall’ETA e dalla sua lotta ad oltranza contro il governo centrale.

Era il 5 dicembre del 1976 e l’Anoeta, il piccolo ma caldissimo impianto della Real Sociedad, ospitava il sentito derby tra la squadra di San Sebastiàn ed i titolati dell’Athletic Bilbao, per cui si prevedeva la solita battaglia sul terreno di gioco per il primato non solo regionale. Josean Uranga non venne convocato per quel match dal tecnico Iralegui, che in verità impiegò il suo giocatore in quella stagione in soltanto tre sporadiche occasioni contro il Burgos, il Las Palmas ed il Murcia. Ma la partita prevedeva comunque delle emozioni particolari e Josean aveva programmato proprio per quel pomeriggio qualcosa di clamoroso. Durante il suo tragitto verso lo stadio venne anche fermato a bordo della sua Fiat 127 da una pattuglia della Guardia Civil (la sua automobile era del resto nota negli schedari delle forze dell’ordine) che però non notarono e non si accorsero che a bordo della sua auto Josean aveva portato con sè anche la ikurrina, la bandiera dell’indipendentismo e del simbolismo basco, premurosamente ricucita con grande passione anche dalla sorella Ana Miren, che avrebbe aiutato il fratello nell’introduzione della bandiera stessa nello stadio, super sorvegliato dalle stesse forze dell’ordine.

Il Generale Francisco Franco era morto da poco, nel 1975 per l’esattezza, ma le ostilità verso i baschi tardavano comunque a cessare ed anzi forse non sarebbero mai terminate del tutto. L’accostamento tra la bandiera, il popolo basco e l’ETA era troppo evidente in un certo qual modo per ritenere anticostituzionale quel vessillo.

La lotta serrata all’indipendentismo e all’ETA erano ben note. Josean De la Hoz Uranga, che giocava al calcio, ma che faceva anche il militante politico, abertzale così come è noto nella lingua basca, tanto da essere noto negli ambienti come Trotsky, cioè un soprannome non da poco, pensò finalmente che la bandiera basca, messa fuori legge ormai dal lontano 1938, dovesse tornare a sventolare. E posto migliore in quel caso non poteva che essere allo stadio. L’idea di Josean non pareva essere tanto chiara in un primo momento nemmeno ad Ana Miren, ma una volta introdotta all’interno dello stadio, lo stesso Josean ci mise poco a far capire le sue intenzioni ai capitani delle due squadre Inaxio Kortabarria ed Angel Iribar, ma anche a tutti gli altri giocatori che sarebbero scesi in campo. Le idee politiche di Kortabarria ed Iribar del resto erano ben note ed il fatto di presentarsi sul terreno di gioco tenendo in mano la ikurrina entusiasmò tutti, non meno il folto pubblico presente sugli spalti. All’inizio della partita le due squadre si schierarono in mezzo al campo per salutare le rispettive tifoserie. Kortabarria ed Iribar tenevano in mano la ikurrina, mentre giusto al fianco del capitano della Real Sociedad stazionava in abiti borghesi Josean de La Hoz Uranga per testimoniare gli attimi di quel grande momento per il popolo basco.

Nel giro di pochi mesi, nel 1977, la ikurrina tornò ad essere legale per la Costituzione spagnola. E Josean de la Hoz Uranga vi aveva contribuito in maniera determinante. In pochi il giorno dopo si accorsero che si era giocato un bel derby vinto dalla Real Sociedad in maniera peraltro vistosa per 5-0.

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La sua ambizione maggiore (forse utopica) nell'ambito giornalistico è quello di fare come dicono gli inglesi il football writer e cioè scrittore di storie di calcio. Catalizzando soprattutto l'attenzione nei rapporti e negli intrecci tra il gioco più bello del mondo, o almeno così sogniamo che sia, e la politica ed altri fattori sociali.

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