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“Integrare uomo e intelligenza artificiale”: la sfida di Roboze

"Integrare uomo e intelligenza artificiale": la sfida di Roboze

“Integrare uomo e intelligenza artificiale”: la sfida di Roboze

L’Osservatorio oggi intervista Andrea Tanzi, Vice President of People di Roboze, azienda di Bari che sta rimodellando l’industria manifatturiera e rivoluzionando il mondo della stampa 3D con la tecnologia più precisa per i super materiali più performanti, producendo parti, su richiesta, just-in-time, localmente attraverso la sua rete di produzione distribuita che consente alle aziende di ridurre costi e tempi abbreviando i passaggi nella loro catena di approvvigionamento e digitalizzando il loro inventario.

Partirei con una domanda sulla vostra azienda. Siete sbarcati negli USA: quanto pesano, nella vostra strategia futura, Italia, Europa, Stati Uniti e resto del mondo? 

L’Italia è il nostro mercato domestico ed è fondamentale in ottica di espansione in mercati internazionali. Avere la fiducia delle aziende italiane, storicamente all’avanguardia nella meccanica di precisione e automazione, è sicuramente strategico come punto di partenza per l’internazionalizzazione.  La nostra espansione negli USA è stata del tutto naturale per un semplice motivo: la domanda ci ha chiesto di essere più vicini e offrire il nostro know-how nella digitalizzazione dei processi produttivi. Per quanto riguarda l’Europa, strategico è sicuramente lo stato della Germania, cuore pulsante della stampa 3D data la sua forte concentrazione di OEM, agenzie di servizio e centri di ricerca dedicati.

Si parla tanto della difficoltà nel reperire competenze (è un tema che, nella mia professione “da civile” di headhunter specializzato nel vostro settore, tocco ogni giorno!). Hardware, Software, IA, scienze dei materiali avanzati per la manifattura additiva: dove vedete le criticità maggiori? E quanto pesa per voi il tema delle competenze di cybersecurity legate alle tematiche IoT? O forse quelle che mancano davvero sono le… competenze soft?

Le maggiori difficoltà le riscontriamo nel reperire professionisti con competenze software specialistiche dovuta sia alla congestione di domanda nell’attuale mercato del lavoro, sia alla natura del nostro modello di business che ha ampia progettualità nei più diversificati campi applicativi e presuppone una profonda conoscenza delle tecnologie utilizzate. Per noi ovviamente è importante in primis però garantire una Person Organization Fit , ovvero un totale allineamento delle competenze soft del candidato con i valori e la cultura aziendale, con un occhio sempre più attento e proiettato a quella che sarà l’azienda di domani.  La cybersecurity rappresenta un asset fondamentale della nostra organizzazione, in quanto siamo in una fase storica di crescita e consolidamento del nostro brand sul mercato ed è necessario sostenerla attraverso tutte le forme di tutela che mitigano il rischio di furto della proprietà intellettuale.   Inoltre, ciò tutela non solo la nostra azienda, ma soprattutto i nostri clienti i quali ci affidano progetti strategici in ambienti riservati .

Quello delle competenze è un problema solo italiano o è sentito anche all’estero? Come vi state muovendo per affrontarlo?

Lavorando su due continenti è importante capitalizzare il meglio delle culture del lavoro locali ed allinearle alla strategia di business. Ad esempio, Roboze ha scelto di entrare nel mercato nord americano e qui si è focalizzata in primis su profili commerciali mentre in EMEA ha valorizzato il prodotto, spingendo su innovatori per attività di progettazione e industrializzazione.  

La robotica, l’automazione e i nuovi materiali (lavorati con le vostre tecnologie) sono ormai prepotentemente entrati a far parte del discorso geopolitico, quel che forse, fino a dieci anni fa, veniva immaginato solo nella fantascienza – e nella fantapolitica. Gli USA si sono focalizzati sull’R&D, la Cina sulle capacità produttive. L’Italia e l’Europa sono davvero così indietro rispetto a USA, Cina e Giappone? Quanto peserà questo in futuro? 

Come fornitore di soluzioni di stampa 3D non vedo troppa distanza tra le aree geografiche citate dal punto di vista tecnologico. Quello che davvero le differenzia sono le iniziative politiche e governative volte ad accelerare l’adozione di soluzioni innovative sia da un punto di vista meramente tecnico, ma anche commerciale e soprattutto ambientale. Dobbiamo essere consapevoli che per quanto ingegno l’uomo possa metterci in una invenzione, è sempre la domanda che ne determina il successo o il fallimento. Dunque, bisogna sicuramente lavorare, in modo univoco in ogni parte del mondo, nell’educare il mercato a nuovi modelli di business e produttivi con una prerogativa comune: la sostenibilità ambientale e finanziaria.

Semiconduttori, IA o… intelligenze umane. Quali di questi tre è, a vostro avviso, il fattore maggiormente critico per il futuro del vostro settore nel nostro Paese e nel nostro continente? 

Per il futuro del nostro settore sarà sempre più indispensabile l’integrazione tra la capacità innovativa dell’essere umano e la predactibility che l’artificial intelligence può garantire. 

Nel nostro ambito i dati sono fondamentali per arrivare alla massima efficienza e produttività dei sistemi. Ma è la componente umana, insieme con il costante feedback con gli utenti finali, che ci permette di ottimizzare e migliorare i sistemi in modo rapido ed efficace. 

La manifattura additiva: da tempo ormai non si parla più solo di prototipazione e piccoli lotti. Dove può arrivare da grande? Potrà davvero scalzare la manifattura tradizionale? 

La stampa 3D offre una vasta gamma di opzioni per la produzione, la progettazione e le prestazioni di parti realizzate con materiali innovativi. È più agile, veloce e innovativa rispetto alle tecniche di produzione tradizionali, e questo si riflette nel fatto che il CAGR del settore della stampa 3D è previsto al 24,3% entro il 2027. 

La tendenza a integrare i metodi di produzione tradizionali con la produzione additiva, dunque, è in crescita. L’ecosistema sviluppato da Roboze consente di sostituire i metalli in numerose applicazioni con enormi vantaggi in termini di leggerezza, resistenza meccanica, lavorabilità e resistenza chimica. 

Fornisce sistemi ripetibili, controllati e tracciabili che consentono una produzione personalizzata per ogni singolo cliente in ogni parte del mondo.

Grazie a questa evoluzione tecnologica nella stampa 3D, abbiamo creato Roboze Distributed Manufacturing, il nuovo modello di produzione e logistica che porta la stampa 3D nel mondo della produzione personalizzata.

Oggi Roboze ha stampato migliaia di pezzi, dimostrando l’unicità di questo servizio: ripetibilità delle tolleranze dei pezzi e prestazioni di sostituzione del metallo sempre e ovunque.

Un pezzo stampato a Bari è esattamente uguale a un pezzo stampato a Singapore.

Con questo modello Roboze vuole mettere in contatto la domanda con l’offerta, creando un modello di produzione distribuita, che permetta di produrre evitando gli sprechi, riducendo le spedizioni, le emissioni di CO2 e riportando il valore della produzione al punto di utilizzo.

Abbiamo parlato di criticità, ma chiudiamo parlando di potenzialità. Quali vantaggi competitivi può valorizzare l’Italia nel vostro settore, per molti aspetti ancora così “giovane”?

Molto spesso il nostro Paese viene additato come “Paese per vecchi”, incapace di innovare e valorizzare i propri cervelli. In realtà  il nostro settore ha dato una spinta propulsiva ,  è molto attrattivo verso le nuove generazioni e ancor di più verso coloro che hanno potuto professionalizzarsi all’estero e che hanno voglia di rientrare nel loro Paese capitalizzando il know how acquisito. 

Tutte le interviste dell’Osservatorio

Si è laureato in Economia presso l’Università commerciale Luigi Bocconi di Milano nel 2011. Dopo un’esperienza di cooperazione in Egitto durante le elezioni parlamentari dello stesso anno, inizia a collaborare con diverse riviste di Studi internazionali («Affari Internazionali», «Eurasia», «ISAG – Geopolitica» e altre). Si occupa di storia ed economia politica nonché di strategia e affari militari con un forte focus sul mondo arabo e islamico e sullo spazio post–sovietico, sia come analista che come appassionato viaggiatore.

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