Renzi l’americano: la pista atlantica del centro-sinistra italiano
“Certo ha delle qualità, è molto intelligente, ha studiato. Studiavano solo le cose italiane: per anni è venuto in America, ha girato, frequentato una signora Universita, ha studiato l’inglese. Questo, per me, è un fatto un uomo per un politico italiano, è stato uno dei pochi che ha fatto questo. L’uomo mi piaceva ed era divertente, molto intelligente e molto colto” ( pag.166); “Carrai è un ragazzo intelligente, che lavora moltissimo“ (pag.167). Queste due brevi citazioni tratte dal recente saggio scritto a quattro mani da Marco Cuzzo e Andrea Vento dal titolo “La versione di Michael.Un “amerikano”alla scoperta dell’Italia. Intervista a Michael Ledeen (Biblion Edizioni,2020) si riferiscono a Matteo Renzi e al suo consigliere Marco Carrai.
Giudizi indubbiamente lusinghieri fondati su una conoscenza personale e, in taluni casi, profonda da parte di Michael Ledeen. Ciò che tuttavia non può non destare sorpresa è il fatto che un leader politico che si è definito di sinistra -ed è stato unanimemente qualificato tale dalla stampa e dalla opinione pubblica -possa avere costruito negli anni relazioni con personaggi lontanissimi da tutto ciò che in Europa ha significato l’espressione sinistra. Per lunghissimo tempo infatti il termine sinistra nella sua più ampia accezione ha caratterizzato una postura critica, anzi fortemente critica, nei confronti del sistema capitalistico, nei confronti delle politiche neoliberali sul lavoro e sulla scuola, nei confronti dell’Alleanza Atlantica e soprattutto nei confronti del ruolo egemonico posto in essere dagli Stati Uniti.
Al contrario Michael Ledeen non può essere semplicemente considerato uno storico ed un intellettuale americano di prestigio ma è necessario valutare con attenzione il suo operato sulla scacchiera internazionale ampiamente illustrato dagli autori del saggio. Sia ben chiaro tuttavia: non intendiamo fare una sintesi seppure breve del saggio né tantomeno ritornare su complesse quanto controverse questioni legate al personaggio.Ciò che suscita invece il nostro interesse sono i dati di fatto oggettivi ed incontrovertibili. Alludiamo,per essere precisi, alle conoscenze che lo studioso americano ebbe in Italia in campo politico (Andreotti, Flaminio Piccoli, Cossiga, Spadolini, Craxi, Pannella, Emma Bonino), in campo giornalistico (Montanelli, Bettiza e l’amico Giuliano Ferrara), nel contesto della intelligence italiana e più esattamente in relazione al Sismi (Santovito, Pollari, Pazienza ) ma soprattutto ai legami amicali ,lavoratori o collaborativi con personaggi quali Haig, Perle, Oliver North o a quelli istituzionali con la Casa Bianca, il consiglio di sicurezza nazionale americano, la CIA, l’intelligence francese , il Pentagono, l’American Enterprise Institute e il CSIS di Washington.
Inoltre non meno significative sono le legittime valutazioni che il noto studioso americano ha formulato nei confronti del Pci e dei legami che il partito italiano ebbe con quello sovietico fin dagli Anni Venti, valutazioni queste che dimostrano da parte dell’intellettuale ed analista americano non solo una profonda conoscenza del comunismo reale ma altresì un atteggiamento di netto e radicale rifiuto di tutta la tradizione comunista europea e russa pienamente legittimo e coerente con le sue scelte culturali e politiche .
Ma allora qual è l’elemento dissonante? Raffrontando l’esperienza politica di Matteo Renzi con quella dello studioso ed analista americano non possiamo non chiederci come la sinistra di cui l’ex Presidente del consiglio si fece -e si fa sostenitore- nulla abbia a che vedere con la sinistra tradizionale ma come al contrario sia semplicemente una difesa ad oltranza del sistema di potere vigente sia a livello politico-economico che a livello militare (si vedano a tale proposito gli illuminanti saggi del sociologo italiano Luciano Gallino).Una posizione questa che è assolutamente speculare a quella di Berlusconi che si è auto definito- e viene definito -uomo di destra
.È chiaro allora che le vetuste categorie destra/sinistra non hanno più nulla che vedere con la realtà effettuale come d’altra parte dimostra la parabola del M5S che da partito di opposizione è diventato parte integrante del sistema di potere che voleva dall’interno smantellare. D’altronde sarebbe sufficiente ricordare il sostegno di Massimo D’Alema al Generale Clark durante la Guerra del Kosovo o la difesa che di questo intervento ne fece Antonio Negri.
È insomma quella della sinistra una strana quanto paradossale e patetica parabola:dal sostegno incondizionato allo stalinismo all’altrettanto incondizionato e acritico sostegno all’ alleato americano .Ma nel mondo del politicamente corretto fondamentale è dichiararsi di sinistra pur compiendo azioni che sul piano politico non possono essere che connotate come di destra . D’altronde come ricordava non senza ironia lo storico della filosofia e della scienza Paolo Rossi in un saggio edito da Cortina dal titolo “Un breve viaggio e altre storie”, quanti intellettuali e giornalisti ex fascisti saltarono sul carro dei vincitori abbracciando l’ideologia comunista?
Un’altra paradossale dissonanza è quella agevolmente individuabile anche fra due noti personaggi del PD: da un lato l’attuale Ministro della Difesa Lorenzo Guerini strettissimamente legato all’industria militare italiana e agli alleati americani e dall’altro lato l’onorevole Lia Quartapelle e che tutto può essere definita fuorché una promotrice del Made Italy nel settore militare.
Pingback: Renzi l’americano: la pista atlantica del centro-sinistra italiano - MITTDOLCINO.COM