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Usa contro Europa: il caso Galileo

Usa contro Europa: il caso Galileo

Il lungo articolo redatto da Charles Perragin e Guillaume Renourd su Le Monde Diplomatique (maggio 2019 – pag. 18-19) dal titolo Galileo, venti anni di contrattempi per il concorrente GPS merita indubbiamente di essere ampiamente citato per la sua chiarezza ma soprattutto per le conclusioni alle quali un osservatore disinibito e realista può pervenire.

 “La crescente dipendenza dal segnale GPS statunitense ha dato certamente fastidio alla Unione Europea ed, in particolare, alla Francia. Infatti già nel 1999, in una relazione informativa dell’assemblea nazionale sulla guerra del Kosovo, i deputati europei hanno espresso una certa preoccupazione per l’aumento delle infrastrutture militari dipendenti dal GPS e quindi poste  interamente sotto il controllo degli USA. Nel 2001, l’Unione  ha quindi deciso di lanciare un programma unificato denominato  Galileo che alla fine del 2016 è stato finalmente portato a termine.

America e guerra della informazione

Inizialmente il progetto Galileo si trovò costretto  a dover affrontare una guerra della informazione da parte degli Stati Uniti. Infatti nel dicembre del 2001 Paul Wolfowitz, sottosegretario alla difesa americana, scrive una lettera minacciosa per dissuadere i governi europei a sbloccare i primi fondi, pochi giorni prima di una riunione chiave del consiglio europeo. Il sottosegretario americano critica la gestione civile, non adatta alle implicazioni relative alla sicurezza di un programma di geolocalizzazione, ed è infastidito dal fatto che Galileo utilizzi lo stesso spettro di onde elettromagnetiche  del segnale militare GPS. Ebbene,proprio per questo,il numero due del Pentagono precisa che è nell’interesse della Nato impedire che lo sviluppo del futuro segnale di Galileo avvenga nello spettro utilizzato dal GPS. Nel frattempo Washington diffonde un memorandum per smontare un rapporto di una società di consulenza redatto su richiesta della commissione europea, che avrebbe dovuto convincere i paesi dell’unione delle interessanti prospettive finanziarie di Galileo. In un primo tempo le pressioni americane pagano. Infatti oltre al Regno Unito , la Germania, i Paesi Bassi, la Danimarca, la Svezia e l’Austria si oppongono al progetto.

Aldilà dei contrasti continui e permanenti tra Stati Uniti ed Unione Europea, il caso Galileo dimostra in modo esemplare non solo gli innumerevoli contrasti all’interno dell’Unione Europea ma anche l’esistenza di veri e propri paradossi. Vediamo di illustrare tutto ciò con qualche esempio che ci auguriamo sia illuminante .

Problematiche di bilancio

Il progetto Galileo resta in balia dei compromessi in  materia di bilancio. Infatti ,ad esempio, fra il 2007 -2008, nel pieno della crisi economica, il programma spaziale è stato rilanciato grazie ai fondi della politica agricola comune. Domani, se si verificasse una grave crisi nel settore agricolo, potrebbe accadere il contrario.

Spionaggio cinese

Nel nel 2010 la Ohb, L’impresa tedesca responsabile della costruzione dei satelliti, decide di affidare la produzione dei pannelli solari ad un subappaltatore cinese con poca esperienza, ma con tariffe più basse. Un’impresa belga di provata esperienza, intenzionata ad assicurarsi questo appalto scende in campo con l’appoggio del suo governo. La commissione in  un primo tempo sembra propensa a non intervenire nella controversia, salvo poi tornare sui propri passi quando  capisce che l’imprenditore cinese rischia di porre in essere una vera e propria azione di spionaggio ai danni dell’Unione Europea.

Ricorsi giuridici

La Germania e l’Italia, attraverso la società italo-tedesca Spaceopal, ottengono anche la gestione delle infrastrutture installate sui loro territori, per un importo stimato di 1,5 miliardi di euro. Per quest’ultima assegnazione, Eutelsat, un consorzio europeo concorrente, ha depositato un ricorso alla corte di giustizia dell’Unione Europea, evocando numerose stranezze nel bando di gara.

I paradossi e la Brexit

Come ampiamente noto alcuni paesi europei come l’Italia, il Regno Unito e i  Paesi Bassi continuano ad acquistare F-35 , aerei da combattimento statunitensi che utilizzano il GPS e di cui gli Stati Uniti gestiscono il sistema di trasmissione dell’informazione. A questo punto che senso ha parlare di autonomia se poi le informazioni sensibili vengono scambiate tramite i server statunitensi?

 Inoltre, coome noto i britannici dopo la riluttanza iniziale hanno investito massicciamente nel progetto Galileo, finanziando il 12% del budget e ottenendo il 15% degli appalti. Sono anche molto coinvolti sia  nei servizi relativi al segnale criptato che negli aspetti militari. Con la Brexit, secondo le norme che disciplinano i bandi di gara di Galileo, da loro stessi approvate, perderanno tutti i contratti relativi a questo servizio. Ebbene le industrie Thales (francese) e Ohb(tedesca) saranno pronte a prendere il suo posto. E tuttavia questo significherà che uno dei maggiori eserciti europei potrebbe non avere accesso a questo segnale di precisione e proprio per questo, di fronte a una possibile esclusione, gli  inglesi hanno ventilato la possibilità di costruire un proprio sistema autonomo.”

Conclusioni

Possiamo a questo punto trarre alcune conclusioni dalla illustrazione di questo caso per certi versi esemplare .

In primo luogo gli Stati Uniti non accetteranno mai che l’Unione Europea divenga una potenza economica e militare e porranno in essere tutti gli strumenti necessari per contribuire sia a dividerla che a indebolirla.In secondo luogo, la diarchia tra Germania e Francia all’interno dell’Unione Europea, determinerà una conflittualità costante che è probabile faccia venire meno la proiezione di potenza dell’Unione Europea sia sul piano economico che militare.In terzo luogo l’assenza di una reale ed efficace cabina di regia all’ interno dell’Unione determinerà conflitti costanti che rischiano di fare venire meno la credibilità della Unione Europea rispetto alla Russia, alla Cina e agli a Usa. In quarto luogo i forti contrasti fra gli apparati politici e burocratici dell’Unione Europea non sono rallentano in modo rilevante qualsiasi progetto  in campo economico (soprattutto quelli con ricadute in campo militare) ma paralizzano la capacità dell’Unione Europea di diventare una potenza economica e militare credibile di fronte agli Stati Uniti, alla Cina e alla Russia.

Nel 2011 ha fondato il Network internazionale Cestudec (Centro studi strategici Carlo de Cristoforis) con sede a Como, centro studi iscritto all'Anagrafe della Ricerca dal 2015. La finalità del centro è quella di studiare, in una ottica realistica, le dinamiche conflittuali delle relazioni internazionali ponendo l'enfasi sulla dimensione della intelligence e della geopolitica alla luce delle riflessioni di Christian Harbulot fondatore e direttore della Scuola di guerra economica(Ege) di Parigi

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