Il sardonico Johnny Hart, un maestro del fumetto
Nel 2014 e nel 2015 Gipi e Zerocalcare hanno partecipato al Premio Strega con i loro albi a fumetti. Si è riconosciuto che un fumetto possa avere spessore narrativo, intellettuale, umoristico. Il fumetto è una forma di comunicazione che utilizza elementi diversi contemporaneamente (dialoghi e immagini) per veicolare il pensiero e la visione della società dell’autore. La varietà delle combinazioni grafiche e di scrittura rendono il fumetto atto anche a far immaginare, emozionare e riflettere il lettore. Pertanto il “Ritratto” della settimana lo dedichiamo a uno dei più celebri cartoonist americani, Johnny Hart.
John Lewis Hart nacque a Endicott (NY) il 18 febbraio 1931 da Grace e Irwin Hart. Endicott fu costruita dalla Endicott Johnson Shoe Company di George F. Johnson e Henry B. Endicott che fondarono la fabbrica e oltre alle case costruirono gli edifici dei servizi per i loro operai. Irwin lavorava lì alla mensa, come la nonna materna. La famiglia non era benestante e a seguito della crisi economica il padre perse il lavoro ma i genitori cercarono di non fare pesare la situazione di indigenza al figlio, fino a che poi Irwin non riuscì ad entrare nel corpo dei vigili del fuoco, raggiungendo, nel corso degli anni il grado di capitano. Erano metodisti “della domenica” , andavano a Messa solo nelle feste e facevano frequentare al figlio il catechismo. La passione di Johnny fu fin da piccolo il disegno, e la scherzosa madre e il più burbero genitore, incoraggiarono sempre il primogenito (avevano altri due figli, James e Susan), tanto che Irwin rischiò la vita per salvare da un incendio i disegni e i giornali che Johnny teneva nel suo studiolo. Durante gli studi liceali alla Union-Endicott High School Hart lavorò come cameriere e addetto alla catena di fast food ante-litteram, il Grover’s Pig Stand dalle 17:00 alle 2:00 per $20 alla settimana. Il lavoro non gli garbava per nulla e iniziò allora a collaborare con Tom Lawless, che dipingeva insegne e allestiva vetrine per $45 dollari a settimana. Hart imparò l’arte e migliorò la sua manualità essendo Lawless un artigiano molto quotato. A 19 anni, l’ultimo anno delle superiori, incontrò Brant Parker, che fu poi amico e coautore del Mago Wiz, al tempo fumettista e ritoccatore di foto al Binghamton Press e giudice al concorso d’arte della scuola vinto da Hart (i due avevano 9 anni di differenza). Un’amicizia e un sodalizio che non si ruppero più da allora. Fu lui a introdurre Hart nel mondo del fumetto e Hart a spingere Parker in quello delle gag satiriche sui giornali e i due iniziarono subito a collaborare per diverse testate locali ma anche per la prestigiosa rivista Collier’s. Poco tempo dopo John si arruolò in aviazione: nel 1952, durante un incarico militare alla Robins Air Force Base in Georgia, incontrò e sposò sua moglie Bobby e nel 1953, di stanza in Corea dirigeva e partecipava a spettacoli di intrattenimento per le truppe e disegnava vignette, in qualità di cartoonist, per il giornale militare Pacific Stars and Stripes.
Dopo il congedo, John visse con la moglie in Georgia, dove vendette le prime vignette a giornali come il Saturday Night Evening Post e il New York Cartoon News. Convinto di poter vivere di gag e fumetti, la coppia si trasferì a Endicott ma l’obiettivo di John non riuscì a decollare, pur vendendo i suoi lavori a varie riviste, e così si trovò a lavorare per la General Electric, all’art department. Intorno al 1956 Hart conobbe, pubblicata dal giornale locale, la striscia dei Peanuts e il lavoro di Schulz lo spinse a creare una propria striscia artistico-umoristica. Fu un suo collega, tale Bohanicky a dargli l’idea di usare i cavernicoli come protagonisti della striscia: cosa avrebbe potuto esserci in fondo di più malleabile dell’inizio dell’uomo? Sua moglie Bobby gli suggerì di dare ai personaggi i nomi, le caratteristiche e vagamente le fattezze di amici e colleghi. E così nacque B.C. (Before Christ). La striscia non debuttò subito e venne scartata da cinque “agenzie di cartoonist” ( tra cui il McNaught Syndicate e la Associated Press) prima di venire accettata dal New York Herald-Tribune Syndicate, il cui direttore Harry Welker si era mangiato il fegato per aver respinto, quattro anni prima, la striscia dei Peanuts.
B.C. debuttò il 17 febbraio 1958. Il fumetto è ambientato nell’epoca preistorica, è un burlesque d’epoca con un lasso di tempo volutamente ampio e non letterale, l’umorismo è dato non solo dall’atteggiamento verso il mondo dei protagonisti ma anche dai riferimenti espliciti a eventi, invenzioni, attività e celebrità dei giorni nostri. Non possiamo non dare una scorsa ai personaggi: Peter, ispirato al collega Peter Reuter è il primo filosofo e pensatore della storia e fondatore della Società Pessimistica Preistorica, nonché sedicente genio; Thor, modellato sul collega Thornton Kinney, inventore della ruota, del pettine, del martello, del chiodo, del calendario ecc… è il primo don Giovanni; Clumsy Carp, il goffo, un personaggio gentile, modesto, miope e inetto, assiduo studioso di ittiologia è ispirato all’amico di una vita Jack Caprio (collaboratore poi di Hart nelle invenzioni delle gag); Curls il riccio, rifatto su Richard Boland, altro amico di infanzia e collaboratore, è il sarcastico del gruppo, pronto a smontare tutti con le sue battute mordaci; Wiley, basato su Wiley Baxter, cognato di Hart, è il primo appassionato di sport, allenatore, scrittore e poeta della storia; la Cicciona (Jane dal 2019), una donna dalle idee chiare, con una fede incrollabile nel femminismo e una altrettanto incrollabile erpetofobia; la Biondina (Grace dal 2019) una donna avvenente e sexy in un mondo di uomini rozzi che non ha ancora scoperto l’obiettività; Grog, un puro uomo delle caverne il cui unico vocabolario coincide con il suo nome; il Guru dell’eccelso picco, un uomo saggio senza nome e barbuto che vive come un eremita in cima a una montagna, da cui dispensa saggezza e sarcasmo; e infine B.C. cavernicolo gentile, umile, pigrone e un po’ naif, modellato su Hart stesso. L’universo è poi costellato di personaggi minori: dinosauri, vongole, ostriche, marmotte, formichieri, sassi e fiori e l’Apteryx.
I personaggi di B.C. non trascinano folle e nemmeno il lettore, non hanno ideologie e sintesi dogmatiche, ma il lettore ritrova con loro il gusto della scoperta, quando persino le donne “accadevano” per la prima volta e tutto faceva notizia e doveva essere appreso. Una Storia delle idee luminose dell’occidente ritratta a fumetti.
In B.C. le relazioni umane, la contestazione, gli oggetti anacronistici presenti, l’avventura, la metafisica, lo sport, la finanza non vengono denigrati ma ritratti nei loro contorni primitivi e naif. Tutte queste cose ritrovano consistenza nella loro essenzialità.
Il mondo di B.C. è fatto con pochi tratti, nitidi, puliti e indispensabili, un paesaggio scarno (sabbia, mare, vulcani, fiumi, caverne, sassi stilizzati). E’ un mondo chiuso, quello di B.C. ma perfettamente riconoscibile (un ruscello è un ruscello, punto) e articolato e, solo ad un primo sguardo, parodistico, una satira bonaria dei nostri costumi. I preistorici protagonisti sono in perfetta continuità e simbiosi con le loro azioni: impegnati e serissimi, per loro tutto è degno di uguale interesse e attenzione. Quello che Hart propone con loro è un nuovo modello di uomo che guarda con disincanto la realtà odierna ma che poi vi si riapproccia con rinnovato entusiasmo.
B.C. ottenne subito grande successo e nel 1964, Hart diede vita insieme all’amico Brant Parker alla sua seconda striscia di fumetti, Wizard of Id, ambientata nel medioevo, che debuttò il 16 novembre 1964 grazie al Publishers Newspaper Syndicate. Le strisce, sempre nel formato, gag-a-day come B.C. , si occupavano delle vicende del regno di Id, un regno decadente e oppresso dal minuscolo Re, un tiranno che ha carica ereditaria ma che organizza elezioni truccate per farsi eleggere dai suoi sudditi, che si lamentano sempre ma che poi lo votano, gli Idiots, appunto. Il Re è coadiuvato in questo governo dall’inetto e raccomandato Sir Brandolph, che pensa solo a non combattere, non accorgendosi nemmeno che la principessa Gwen prova sentimenti per lui, e dal Mago Wiz sarcastico intelligente ma spesso pasticcione mago di corte, che sottostà agli ordini della moglie Blanche e del re che considera un viscido. Altri personaggi del reame sono Bung, il giullare perennemente sbronzo e che se la cava sempre anche quando prende in giro il Re; Larsen, avvocato del regno senza scrupoli di molte parole e poche capacità; e Spook, l’eterno pelosissimo prigioniero.
Qui l’umorismo della striscia, con i suoi deliberati anacronismi, è una satira della cultura e della politica americana moderna. Il medioevo permetteva una allegra mobilità storica senza i limiti di una collocazione più precisa consentendo la libertà di spaziare nel tempo millenario dell’evo di mezzo e inventare molte più gag. E così la scelta del protagonista, il mago perché anche la magia è senza limiti e facilita e amplia l’umorismo del cartoonist aprendogli legittimamente lo spazio dell’irrazionale e dell’arbitrario, senza giustificazioni, un po’ come l’Id freudiano. A livello formale il Mago Wiz è la parodia di certe riviste e rotocalchi che dedicano ampi spazi al mistero e al parascientifico (tutte le sezioni di astrologia ad esempio). Il Mago Wiz fatto di personaggi parossistici e intrattabili, non prendono coscienza, vivono arroccati nelle loro strisce che si lasciano completare dalla immaginazione del lettore.
Entrambe le strisce furono un successo: Hart vinse 15 premi per B.C. e 8 per Wizard of Id, vincendo nel 1968 e nel 1984 (con B.C. e il Mago Wiz rispettivamente) il National Cartoonists Society’s Reuben award, il massimo premio per un cartoonist.
Nel 1984 iniziò il suo processo di conversione al cristianesimo, dato dal fortuito episodio dell’installazione di una parabola per la TV nella nuova casa 30 miglia a ovest di Endicott in mezzo ai boschi, nella quale Bobby e John si erano trasferiti nel 1977. Hart e la moglie si avvicinarono nuovamente al cristianesimo e divennero ferventi presbiteriani. I temi religiosi iniziarono a filtrare ed emergere anche nelle vignette, che però non persero la loro sagacia, anche perché la religione non era esplicitata se non in rare gag che per altro gli valsero qualche polemica (soprattutto negli ultimi anni, 1996, 2001 e 2003 con le vignette pasquali) e qualche rifiuto specialmente sul Los Angeles Times. Hart e Bobby diressero la Scuola Domenicale della Chiesa Presbiteriana del loro paese fino alla morte di Johnny sopraggiunta il 7 aprile 2007 per un ictus. Stava ancora lavorando ad una stricia si B.C. . L’amico di una vita, Brant Parker mor’ solo 8 giorni dopo di lui. Entrambi i fumetti sono ora continuati dai nipoti di Hart, Mason e Mick Mastroianni.
Lo si potrebbe definire “artista”? Certo che sì: naturale spregiudicatezza (nel senso del candore e non dell’iconoclastia); a suo agio nei propri panni ma non nel mondo che osserva in tutta la sua impudica nudità con occhi arguti; curioso e sospettoso; pronto a dare imbeccate riflessive al lettore, senza però la prostrazione al mondo e al potere. Quale altro artista o letterato o giovane poeta ha saputo fare altrettanto recentemente?
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