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Diritti umani e realismo politico

Diritti umani e realismo politico

È difficile negare la fragilità teorica, sotto il profilo sia della riflessione filosofica che giuridica, della oggettività e metastoricità dei diritti umani soprattutto se letti in relazione al loro rapporti con gli attori statali. I diritti umani hanno, al contrario, una valenza esclusivamente storica e relativa poiché cambiano nello spazio e nel tempo. Vediamo di illustrare questa semplice tesi con alcuni esempi tratti dalla realtà storica passata e recente.

A partire dal 1500 e fino al 1800 gran parte dei paesi europei non solo ha giustificato il colonialismo in America Latina e in Africa da un punto di vista teologico, filosofico, antropologico e politico ma lo ha ampiamente e sistematicamente praticato.

Passiamo ora ad esempi più recenti.

La Russia e la Cina hanno sempre sostenuto che i diritti umani, promossi dai paesi occidentali, siano in realtà uno strumento per legittimare una postura offensiva nei loro affari interni.

L’Organizzazione della cooperazione islamica ha approvato una dichiarazione dei diritti dell’uomo secondo la quale la religione islamica sarebbe la religione naturale dell’uomo.

Un altro significativo esempio di come i diritti umani siano spregiudicatamente utilizzati dalle istruzioni politiche è rappresentato da questa constatazione: nonostante l’Egitto costituisca uno dei paesi che si è contraddistinto, secondo Amnesty International, per aver sistematicamente violato i diritti umani, gran parte dei paesi dell’Unione Europea ha incrementato l’esportazione di armi proprio con l’Egitto dal 2013 fino al 2018 finendo per prendere il posto degli Stati Uniti.

Discorso analogo può essere fatto in relazione alla violazione di diritti umani attuate dalla Arabia Saudita.

Chi, al contrario, condivide un approccio realistico alla dinamica conflittuale delle relazioni internazionali, deve tenere adeguatamente conto di una profonda e condivisibile riflessione di Nicholas Spykman secondo il quale la politica internazionale è come un campo di forze paragonabile ad un campo magnetico. In ogni momento dato, vi sono alcune grandi potenze che svolgono in quel campo la funzione di poli. Un cambiamento nella forza relativa del poli o l’emergere di nuovi poli modificherà il campo e farà slittare le linee di forza. Infatti, ogni sistema di sicurezza collettiva deve fare affidamento sul sostegno delle grandi potenze perché sono le uniche che hanno i mezzi per imporla.

Nel 2011 ha fondato il Network internazionale Cestudec (Centro studi strategici Carlo de Cristoforis) con sede a Como, centro studi iscritto all'Anagrafe della Ricerca dal 2015. La finalità del centro è quella di studiare, in una ottica realistica, le dinamiche conflittuali delle relazioni internazionali ponendo l'enfasi sulla dimensione della intelligence e della geopolitica alla luce delle riflessioni di Christian Harbulot fondatore e direttore della Scuola di guerra economica(Ege) di Parigi

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